Lei va con un altro poi assieme al marito minaccia l'amante
L'epilogorisale a fine luglio, quando la bulgara ha svelato il suo doppio gioco, tempestandolo di telefonate minatorie a ogni ora del giorno e della notte. Tra gli «strumenti» utilizzati dalla donna anche Skype, per chiamare via Internet. Ma a tradirla è stato il suo nickname, ispirato al nome dei suoi due cani. La vittima è un professionista di 50 anni. Gli stalker sono un ex guardia giurata di 44 anni e la moglie, di 36, che erano riusciti a raggirarlo per estorcergli del denaro. Per loro il questore Francesco Tagliente ha adottato l'ammonimento per stalking. I tre si erano conosciuti nel febbraio 2007, quando il 44enne si era rivolto al professionista per delle prestazioni professionali. Subito la coppia aveva manifestato una profonda gratitudine nei confronti dell'uomo, che si è manifestata con delle iniziali visite di cortesia, per poi sfociare nelle telefonate della donna che non nascondeva un interesse «particolare» nei suoi confronti. L'uomo non era riuscito a resistere alle «avances» di una donna così giovane ed attraente, tanto da farsi convincere a coinvolgerla anche nella sua attività lavorativa. Completamente soggiogato dalla coppia, aveva acquistato un appartamento nella periferia di Roma, ristrutturando a proprie spese non solo l'appartamento, ma anche alcune parti strutturali di un palazzo attiguo, dove risiedono alcuni amici della coppia di stalker. Dal momento in cui aveva varcato la soglia della nuova casa era iniziato però l'incubo. In un primo momento arrivavano le telefonate anonime nel cuore della notte. Poi nell'abitazione, le cui chiavi erano a disposizione della 36enne, si sono verificate delle strane sparizioni, come quella del computer e di altro materiale riconducibile all'attività professionale dell'uomo. Nel luglio 2010 le telefonate, questa volta da parte del marito della 36enne, erano diventate minacciose e ingiuriose. Alle minacce erano seguiti veri e propri appostamenti, che avevano indotto l'uomo ad abbandonare la casa dove viveva e a trasferirsi prima in albergo e poi a casa di una conoscente. La donna, si è anche recata più volte sul posto di lavoro dell'uomo, per costringerlo, d'accordo con il marito, ad intestarle l'appartamento con la «condizione» di continuare a pagargli le residue rate del mutuo. La coppia, non riuscendo a persuadere l'uomo ad cedere la proprietà dell'immobile, ha continuato a minacciarlo con lettere diffamanti, anche dirette sulla posta elettronica dei suoi colleghi, con l'obiettivo di rovinargli la reputazione. Negli ultimi tempi, le telefonate anonime si erano riversate anche nei confronti dell'ex moglie ed ai figli.