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Manette al clan del Casilino: 23 arresti

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.Poi investivano il denaro acquistando auto di lusso rubate che venivano ripulite e rigenerate nelle loro officine per ripiazzarle sul mercato. Con i soldi compravano su tutto il territorio locali commerciali (tra cui officine, bar e sale da gioco) e immobili di pregio. Con l'operazione «Business criminale» la guardia di finanza ha smantellato l'organizzazione. Il blitz, dopo mesi di indagini iniziate lo scorso agosto, ha portato a 23 arresti per associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e per traffico di sostanze stupefacenti. I 250 finanzieri impegnati sul campo hanno effettuato più di ottanta perquisizioni, sequestrato venti chili di droga e immobili per due milioni di euro, oltre ad aver ritrovato circa ottanta macchine rubate quasi tutte di grossa cilindrata e delle case tedesche Bmw, Audi e Mercedes. Il clan aveva a capo tre uomini: B.G., 31 anni, P.C. (31) e L.D. (30). Questi avevano sotto la propria «cupola» dieci responsabili del traffico di stupefacenti e sei responsabili delle azioni di riciclaggio. L'attività principale era lo spaccio di cocaina, che avveniva con i metodi più classici su tutto il territorio della Capitale. Per conquistarsi la «piazza» si sono avvalsi, nei mesi, di ogni strategia del terrore (dall'uso delle armi agli atti intimidatori) nei confronti degli altri spacciatori concorrenti presenti sul mercato, al fine di acquisire nuove aree di controllo. Nel tempo il clan è riuscito anche ad allacciare i rapporti con le organizzazioni criminali di altre regioni. Non è un caso se nel corso dell'operazione sono finiti in manette due persone residenti nella provincia di Caserta, con gravi precedenti penali, e vicine al clan dei Casalesi.

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