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Girotondo al Colosseo "I cani non si uccidono"

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La manifestazione al Colosseo

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Si sono presi per mano ieri pomeriggio al Colosseo. Un girotondo per protestare contro l'abbattimento dei cento husky uccisi come si butta un'attrezzatura che non serve più. E pensare che per trovare una casa a quegli animali che avevano tirato le slitte dei turisti in occasione dei Giochi olimpici invernali di Vancouver sarebbe bastata una catena di email tra le grandi associazioni animaliste del mondo. E invece c'è stata una mattanza. Uccisi, e poi sepolti in una fossa comune, ad aprile, perché l'agenzia che ne era proprietaria aveva la necessità di ridurre i costi per animali ritenuti ormai inutili. È per questo che al Colosseo ieri sono arrivati in tanti. Si è mosso il popolo animalista di ogni colore. Anche se adesso sono in corso le indagini della polizia perché, secondo la legge canadese, chiunque uccide o ferisce un cane rischia il carcere fino a cinque anni. La manifestazione è stata organizzata da Monica Cirinnà, consigliere comunale del Pd. E precede la presentazione di una mozione di condanna in Comune. Ma l'iniziativa ha raccolto subito l'adesione del delegato del sindaco allo Sport Alessandro Cochi e dell'assessore capitolino all'ambiente Marco Visconti. «Il governo canadese vive in una contraddizione - ha spiegato Cirinnà - Da una parte mostra tolleranza zero nei confronti della violenza domestica. Ma poi hapermesso che cento cani venissero uccisi semplicemente perché non servivano più a portare in giro i turisti. Bisogna prendere atto che il governo canadese ha una struttura federale, e per questo motivo il governo centrale ha preso le distanze dal gesto commesso a livello locale». In piazza, accanto agli organizzatori, c'era anche una nutrita «pattuglia» di cani: a portarli «a manifestare» i loro padroni che hanno così aderito all'appello lanciato dalle associazioni animaliste.

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