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Niente soldi. Sparano al cassiere

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«Comesta papà?» chiede Erica, 21 anni, alla sorella Eleonora, 25. Lei ha già visto il padre, il cassiere di banca Intesa-San Paolo di via Casal del Marmo, massacrato ieri mattina da tre banditi, entrati armati e a volto scoperto, per rapinare la piccola filiale dell'istituto di credito a Ottavia, ex borgata rurale oggi quartiere tra la Giustiniana e via Trionfale. Per convincerlo a farsi dare i soldi l'hanno picchiato e gambizzato, dopo avergli prima quasi sfondato il cranio con il calcio della pistola perché aveva fatto scattare l'allarme. E sono fuggiti senza un cent, filmati dalle telecamere. Ora hanno alle calcagna gli agenti della V sezione della Squadra Mobile. Massimo Varani, 48 anni ad aprile, sposato e padre delle due ragazze, è arrivato all'ospedale San Filippo Neri sull'ambulanza del 118, col ginocchio spappolato, la testa sanguinante e la faccia gonfia come un pallone. Un miracolo che la pallottola non gli abbia reciso l'arteria femorale. Quei tre, dei ragazzetti, e forse anche drogati - visto come hanno reagito - l'hanno preso a pugni in faccia appena hanno saputo che l'uomo non poteva consegnargli i soldi: le cassette, infatti, non si aprono nemmeno agli impiegati. E forse sarebbero arrivati ad ucciderlo a furia di colpi in testa col calcio della pistola, se l'uomo non si fosse difeso scagliandogli addosso un tavolino. «Potevano ammazzarlo» dice la figlia Erica, mentre, insieme alla mamma Maria, 47 anni, aspetta di riabbracciare il padre. Sarà operato soltanto oggi. «Deve stare ancora con la gamba in trazione» spiega la ragazza. Di quel che è accaduto ecco cosa sa. «L'irruzione a un quarto all'una - racconta Erica -. Il direttore e forse un altro impiegato erano sul retro. Papà era vicino ad uno dei due ingressi, perché non c'erano clienti e quando sono entrati quei tre se li è visti addosso». Varani è sequestrato e strattonato. «L'hanno portato in cassa, volevano i soldi, forse avevano già la pistola in mano. Papà è stato calmo. Gli ha spiegato che non poteva aprire la cassetta. Si sono infuriati. Hanno iniziato a picchiarlo. Gli hanno dato un calcio, ma papà non ha reagito. Poi un pugno in faccia. E papà sempre fermo». Ma poi non ce la fa più. «Con ferocia iniziano a colpirlo in testa anche con la pistola». Varani capisce che non si fermeranno. E reagisce. «So che papà ha afferrato un tavolino a portata di mano e glielo ha scagliato contro. Loro gli hanno sparato alla gamba. E sono fuggiti. Ma almeno se ne sono andati anche se ce lo hanno massacrato». Segue la corsa in ospedale, sull'ambulanza del 118. E la drammatica telefonata alla moglie, Maria, che abita con la famiglia a Palmarola, non distante dalla banca. «Facevo il sugo - racconta -. Da quando Massimo lavora a Casal del Marmo, e sono 4 anni, dopo una vita trascorsa agli sportelli in via della Conciliazione a San Pietro, quando può torna a casa in pausa pranzo». Pensavo fosse lui. «È invece mi hanno detto della rapina, e che Massimo era riuscito a mettere in fuga i banditi. Ma per non spaventarmi non mi hanno detto tutta la verità, ma solo di recarmi al San Filippo Neri».

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