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Ottantamila ettari vietati ai cartelloni

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Conil via libera della Giunta, la capitale ha il suo primo Piano regolatore degli impianti e dei mezzi pubblicitari, dopo 17 anni di vuoto normativo. «Un passaggio importante» lo definisce il sindaco Gianni Alemanno, che annuncia linea dura contro la «piovra» dell'abusivismo. Il piano, illustrato dall'assessore alle Attività produttive, Davide Bordoni, divide la città di Roma in due parti: il territorio non urbanizzato, che include ad esempio l'agro romano, le rive del Tevere, i parchi e le mura cimiteriali (in totale 82 mila ettari) sarà assolutamente off limit per gli impianti pubblicitari, mentre nel territorio urbanizzato (47 mila ettari) ci si dovrà attenere a regole precise. Nel centro storico, presso il complesso di San Paolo fuori le mura e nella città del Vaticano, che sono patrimonio dell'Unesco, saranno ammessi soltanto gli orologi e impianti di pubblica utilità, cioè destinati ai manifesti con marchio Spqr. In totale, mentre oggi le norme transitorie permettono fino a 320 mila metri quadri di pubblicità, con il piano si imporrà un tetto massimo di 162 mila metri quadri (-49%). Dunque in concreto i cartelloni esistenti (che si estendono per 220 mila metri quadri) dovranno essere ridotti del 27%. Ma c'è di più. Saranno solo sette le tipologie di impianti ammessi rispetto alle 27 attuali e i 4x3 potranno campeggiare solo fuori dall'anello ferroviario. Banditi i «materiali scadenti come la vetroresina»: gli impianti dovranno essere ecocompatibili. Il piano passerà ora al vaglio dei municipi, che avranno 40 giorni per esprimere il loro parere. Poi approderà in Consiglio comunale, che dovrebbe dare il via libera definitivo «a marzo o aprile».

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