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«Che bello comprare su ebay le scatole di latta di nonno»

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Fala raccolta delle scatole di latta dei suoi biscotti. Le va a cercare ai mercatini dell'antiquariato della domenica oppure le compra su e bay. È Paolo Gentilini a capo dell'omonima azienda di biscotti della Capitale. «Davvero una fonte di miniera e-bay». Dove le mette le scatole? «In un museo che abbiamo realizzato in fabbrica e che viene visitato dalle scolaresche che si prenotano». Voi siete diventati il marchio storico romano per eccellenza dopo la campagna in accoppiata con il latte. «È stata molto vista, è piaciuta. Ma c'è anche da dire che da una ventina d'anni faticosamente cerchiamo di allargare il raggio d'azione con maggiori investimenti. E ci stiamo riuscendo in Italia centrale grazie a una produzione di buona qualità». Anche in questo momento di crisi? «A Roma la crisi s'è sentita un po' meno meno nel settore alimentare delle piccole e medie imprese. Forse c'è meno richiesta ma sulla qualità non si cambia. Agli italiani piace mangiare bene». E all'estero? «Nel 2010 abbiamo venduto più all'estero, perfino in Cina abbiamo uno spazietto. Andiamo forte nei paesi dove c'è stata emigrazione italiana e comunichaino la bontà della colazione italiana». E la produzione, cambierà qualcosa? «Dolci eravamo e tali rimarremo. Vorrei rimettere in produzione il waferone ferrovia farcito di cioccolato. Nel negozio di via Alessandria, la fabbrica era lì dai primi del Novecento e vi è rimasta fino al 1958, i bambini facevano la fila per comprarlo. Era la merenda del pomeriggio». Poi ci sono le scatole di latta.. «Ne facciamo ancora di sei, sette tipi le ultime riprendono le immagini con le vedute di Roma». Novita, allora? «Abbiamo in mente una linea di prodotti salutistici. Presto usciremo sul mercato con dei nuovi biscotti al farro e altri ai cereali soffiati, un tipo anche senza zucchero». Gli ingredienti sono di produzione locale? «Farina e burro adatti per l'industria non li fa nessuno qui. Il burro anidro è fatto al 99% all'estero». Le ricette sono quelle dei suoi antenati? «In linea di massima sì. Nel corso del tempo la vanillina è stata sostituita dalla vaniglia, la fecola di patate dall'amido di mais. I tripolini, i brasil, gli osvego sono come 100 anni fa. Il nome di osvego viene da una zona dell'America. In Usa c'è pure la città di Oswego. Chissà, un giorno ci andrò». Nat. Pog.

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