Morì in carcere. Medici indagati
Anchelui era giovane, anche lui stava male, anche lui andava assistito e curato adeguatamente. Per questo la Procura ha iscritto sul registro degli indagati i nomi di sette fra medici e infermieri in servizio a Regina Coeli. Per l'accusa, avrebbero delle responsabilità nella morte di Simone La Penna, 32 anni, avvenuta il 26 novembre del 2009. È il risultato a cui sarebbe giunta la consulenza in contraddittorio disposta dal pm Eugenio Albamonte. La perizia avrebbe confermato che le condizioni di salute dell'uomo, che stava scontando una condanna a titolo definitivo per spaccio di stupefacenti, erano precarie e che, quindi, andava trasferito in una struttura sanitaria idonea. Il referto parla di arresto cardiaco provocato da squilibrio elettrolitico. Al momento risultano indagatie sette persone tra medici e infermieri del penitenziario romano. Il reato ipotizzato è omicidio colposo. Alla luce delle consulenza depositata nei giorni scorsi al pm, tuttavia, alcune posizioni potrebbero essere stralciate e archiviate. Il magistrato chiederà a breve una proroga delle indagini e non è escluso che nei prossimi giorni possa essere sentita la compagna di La Penna. La morte avvenne un mese dopo il decesso di Stefano Cucchi, avvenuto però nel reparto giudiziario dell'ospedale Pertini. Proprio martedì scorso il gup Rosalba Liso, accogliendo le richieste dei pm Vincenzo Barba e Francesca Loy, ha rinviato a giudizio i medici (Aldo Fierro, Silvia Di Carlo, Bruno Flaminia, Stefania Corbi, Luigi De Marchis Preite, Rosita Caponetti), gli infermieri (Giuseppe Fluato, Elvira Martelli e Domenico Pepe) e le guardie carcerarie (Minichini Nicola, Corrado Santantonio e Antonio Domenici). Nella vicenda Cucchi c'è già una condanna. Si tratta di Claudio Marchiandi, direttore dell'ufficio detenuti e del trattamento del provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria, condannato il 25 gennaio a due anni di reclusione con il rito abbreviato. Mau. Gal.