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Giù i palazzoni. Il nuovo quartiere avrà edifici bassi e più servizi

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Nelmirino del sindaco non c'è la vecchia borgata, con i suoi palazzetti bassi, ma le 21 torri comprese tra via Ferdinando Quaglia e via dell'Archeologia sorte all'inizio degli anni Ottanta sui terreni dell'allora conte Vaselli. La riqualificazione, ricordiamo, secondo il piano presentato il 4 novembre dall'Amministrazione, prevederebbe in cinque anni la costruzione di edifici più bassi al posto delle torri che oggi occupano una superficie di circa 78 ettari, con un'espansione su ulteriori 20 ettari. Abbattere per ricostruire sembra la strada più facile da percorrere per metter mano ad un degrado ormai inestirpabile. Una gramigna dalle mille sfumature che ha intaccato ogni piano, ogni stanza, degli alti fabbricati popolari divisi tra la gestione Ater (circa 1500 alloggi) e quella comunale (4000 alloggi) affidata alla Romeo che ha lasciato per 30 anni inquilini e palazzi al loro destino. Il Piano del Comune prevede dunque di ridare vivibilità a un quartiere privo di servizi essenziali, di impianti sportivi, di luoghi di aggregazione, mancanze che nel corso degli anni hanno isolato questà cittadina di oltre trentamila residenti dal resto della Capitale. Il primo passo per ricollegare il quartiere alla città sarebbe il prolungamento della Linea A dalla stazione Anagnina a Torre Angela. Il progetto del Comune, per essere realizzato, ha però bisogno del sostegno della Regione e del ministero dei Beni culturali. L'area, infatti, soggetta sia a vincoli naturalistici che archeologici, è circondata da agro romano, terreni ancora in parte di proprietà della famiglia Vaselli, con la quale il Comune ha vecchi conti in sospeso frutto di quegli espropri che 30 anni fa permisero la costruzione del nuovo quartiere.

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