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Crac Eutelia, vertici alla sbarra

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Avrebberodanneggiato quasi duemila dipendenti, compiendo operazioni finanziarie mirate a distrarre oltre undici milioni di euro. E così per I.L., consigliere di amministrazione di Eutelia, e S.L., presidente del cda di Agile e vicepresidente dall'ottobre 2008 al maggio 2009 di Eutelia, oggi inizierà il processo con giudizio immediato per bancarotta fraudolenta in concorso. Secondo le indagini, condotte dai pubblici ministeri Paolo Ielo e Giuseppe Cascini, sono state create una serie di società, definite «scatole cinesi», che avrebbero rilevato aziende in grave crisi operanti nel settore delle telecomunicazioni, logistica e immobiliare, per poi lucrare crediti (commesse) e scaricare i debiti su altre società avviate verso il fallimento, come la società Agile (ex Eutelia). Arrivando al crac della società. In base agli accertamenti della Guardia di Finanza, le persone finite sotto inchiesta avrebbero portato il gruppo societario Agile, poi acquisito da Eutelia, a una situazione di gravissimo dissesto economico-finanziario e dunque di insolvenza per milioni di euro. Nell'inchiesta della procura di Roma sono coinvolte anche altre persone, che però hanno deciso di seguire strade diverse: due il rito ordinario, altri invece il rito del patteggiamento: per quest'ultimi la camera di consiglio è stata fissata per il prossimo 11 febbraio. Gli indagati, «al fine di trarne profitto e di recare pregiudizio ai creditori, tra gli altri 1922 lavoratori, della Agile srl - si legge nel capo d'imputazione - distraevano crediti della società, cedendoli a garanzia di obbligazioni assunte da soggetti riconducibili al gruppo Omega spa senza corrispettivo e concorrevano a cagionare il dissesto della società con una pluralità di operazioni dolose, tra loro orientate alla spoliazione di Agile srl». Oggi, inoltre, saranno presentate le richieste di parte civile da parte degli avvocati Pierluigi Galella e Maria Rosaria Galella, che rappresentano una sessantina di dipendenti. Fin dal primo giorno, comunque, gli indagati hanno sempre respinto tutte le accuse. Lo scorso anno furono organizzate dai dipendenti dell'azienda diverse manifestazioni per chiedere giustizia, anche davanti a Montecitorio. Proteste alle quali parteciparono anche alcuni politici.

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