POMEZIA Immondizia di Roma da riciclare illegalmente in Cina
Centocinquantanovetonnellate di sacchetti di plastica «fuorilegge» raccolti nella Capitale che un'impresa senza scrupoli era pronta a spedire a Pechino. A scoprire il traffico è stata l'agenzia delle dogane, che ha scovato i container con il materiale plastico nell'area industriale di Pomezia e li ha sequestrati. Le vecchie buste dei supermercati, fuorilegge dal primo febbraio prossimo, bottiglie e ritagli in plastica erano accompagnati da documenti all'apparenza regolari. Ma la destinazione, la Cina, ha insospettito gli ispettori addetti al controllo sull'import/export che hanno chiamato l'Ambasciata italiana a Pechino. Dalle verifiche è saltato fuori che i container zeppi di plastica da smaltire avrebbero dovuto essere inviati ad un'azienda che si occupa di riciclare materiali ferrosi. Con impianti, quindi, inadeguati a sciogliere buste e bottiglie. Ulteriori accertamenti hanno permesso di provare l'illegale smaltimento. I vecchi sacchetti sarebbero stati trasformati da altre aziende in giocattoli, suole per scarpe da jogging e portachiavi da far tornare in Italia, molto probabilmente come merci di contrabbando. L'amministratore delegato della società italiana che aveva organizzato la spedizione di «monnezza» è stato denunciato all'autorità giudiziaria. L'operazione, la prima di questo tipo in Europa, ha permesso ieri ai due ispettori che hanno fiutato la pista del riciclaggio di rifiuti, Corrado Belmonte e Raniero De Angelis, di ottenere il premio dell'Organizzazione mondiale delle dogane. Aprendo nuovi scenari sulle rotte dello smaltimento illegale dei rifiuti solidi urbani. «La procedura eseguita per le indagini e il sequestro - spiega Maurizio Montemagno, direttore della Dogana Roma 1 - sarà ora di riferimento per l'Unione europea». E, vista la dismissione in corso dei vecchi sacchetti della spesa, sono stati rafforzati i controlli nei porti e negli aeroporti del Lazio. Dove nel 2010, riguardo il traffico illecito di rifiuti, sono già stati bloccati altri 177.320 chilogrammi di materiali da avviare in discarica. E sono stati scovati altri 8.662.590 prodotti, spesso importati proprio dalla Cina, che violavano le normative di sicurezza europea. Tra questi anche numerosi giocattoli, scarpe e gadget che in alcuni casi, si sospetta, potrebbero essere stati fabbricati proprio con materiali derivanti da immondizia non regolarmente riciclata e, quindi, potenzialmente pericolosa. Per un valore di undici milioni di euro.