Un balbuziente Firth nei panni di Giorgio VI
Celo dice esplicitamente il bel film di oggi diretto da un regista inglese attivo anche nella TV americana, Tom Hooper. La balbuzie, dunque, studiata con finezza e accenti anche delicati in quel personaggio al centro che incontriamo prima come Duca di York, ancora vivente suo padre Giorgio V, e secondo nella linea di successione perché il primo è quell'Edoardo Principe di Galles di cui ci si rivelano quasi subito i rapporti con l'americana divorziata Wally Simpson. A fianco del Duca di York, la moglie Elisabetta (che sarebbe diventata la tanto amata Regina Madre) e le due figlie, Elisabetta, oggi Regina, e Margaret, morta abbastanza giovane. Mentre lui soffre e si inasprisce per questa sua infermità, la moglie riesce a scovare un logopedista australiano dai modi spicci e quasi sgarbati con i quali all'inizio il protagonista non lega, finendo per seguirne con successo alla fine i consigli e i metodi di cura. Intanto la Storia cammina. Giorgio V muore, Edoardo VIII, che gli succede, non tarda ad abdicare per poter sposare la sua amante e il Duca di York, diventato Re, si trova presto ad affrontare la guerra con la Germania e il suo primo discorso alla nazione cui deve chiedere solidarietà e coraggio per i difficili momenti che l'attendono. Superando felicemente la prova per la decisione e l'impegno impiegati per vincere il suo difetto. Tutto molto da vicino, i personaggi analizzati con cure attente, gli ambienti attorno ricostruiti con rispetto per i dati autentici e i tanti momenti storici da cui la vicenda è attraversata espressi sempre con emozioni e tensioni pronte a conquistarsi spazi privilegiati, ma con misura. Li domina, percorrendoli tutti con grande sensibilità (anche quando "recita" la balbuzie), l'attore inglese Colin Firth che aggiunge felicemente Giorgio VI ai tanti personaggi che ha saputo creare nel corso della sua fortunatissima carriera. Queen Elizabeth, al suo fianco, è Helena Bonham Carter, che riesce con grazia e intelligenza a somigliarle. Il logopedista è l'australiano Geoffrey Rush, una maschera forte e risentita.