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Deleghe dimezzate scoppia il caso Ciardi

Il Campidoglio

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È tutto pronto per la seconda «rivoluzione» istituzionale che, dopo la giunta, sta per coinvolgere l'Aula Giulio Cesare. Riunione dopo riunione infatti, il sindaco Alemanno scioglierà probabilmente oggi il secondo nodo del riassetto politico messo in atto con la sostituzione di 5 assessori su 12: vale a dire il conferimento delle deleghe ai consiglieri capitolini. Le novità, come anticipato da Il Tempo, riguardano numero e sostanza. Le deleghe scenderanno da 19 a 10 e i consiglieri delegati avranno più poteri, diventando «mini assessori», con la possibilità di avanzare proposte direttamente alla giunta. Il primo passo è comunque quello di ridurre drasticamente il numero delle deleghe conferite. Via quelle «inutili», come ad esempio la «tutela e la valorizzazione del Tevere», quella dei «rapporti con il Comune di Reggio Calabria e con la comunità calabrese a Roma» o per «la difesa del patrimonio agricolo e dell'agricoltura» o per «la riqualificazione delle aree degradate». Allo studio anche una razionalizzazione delle deleghe alla sicurezza e quelle per le relazioni con le Forze Armate. Ma non è un passaggio indolore, infatti, è già scoppiato il «caso Ciardi». Il delegato alla sicurezza di Alemanno sarebbe stato infatti messo alla porta. Il motivo? Squisitamente politico. Sul lavoro svolto da Ciardi nessuno ha sollevato critiche, men che mai il sindaco. Occorre però ripristinare l'equilibrio tra le varie «anime» del Pdl. Ecco allora che al posto di Ciardi andrebbe il presidente della Commissione Sicurezza, Fabrizio Santori. Uno dei consiglieri più attivi, per il quale si aspettava un «riconoscimento». Certamente ad accelerare la «promozione» anche i diversi tentativi di avvicinamento a Santori da parte del partito di Fini. Ciardi tuttavia non l'avrebbe presa con filosofia, tanto che avrebbe rifiutato la delega (nuova di zecca) alla Comunicazione istituzionale. Il nodo sicurezza tuttavia non è l'unico a rallentare la chiusura dell'accordo. Sul tavolo anche il ruolo della consigliera Lavinia Mennuni, già delegata alle Pari opportunità e che ha dovuto rinunciare alla promozione di assessore per il fatto di essere l'unica donna della maggioranza in Consiglio. Per lei si prospetta la delicata presidenza della commissione Trasporti, lasciata libera dal neo assessore Aurigemma. Un «doppio incarico» che disturba più di un consigliere. E sì, perché le deleghe viaggiano di pari passo con le presidenze delle commissioni vacanti: patrimonio, mobilità e, probabilmente, sicurezza. Ecco allora che la presidenza della commissione Patrimonio (per la quale si fanno i nomi di Naccari o Berruti) è legata alla delega all'Emergenza casa; la Mobilità alla delega al Piano urbano parcheggi; la sicurezza alla relativa delega. E se, tutto sommato, i consiglieri delegati Alessandro Cochi (Sport), Federico Rocca (Comunità europea), Roberto Cantiani (Sicurezza stradale), Marco Siclari (Università) dormono sonni, quasi, tranquilli, sperano in un incarico Giordano Tredicine (Pup o Casa), Federico Mollicone (in pole per il Centro Storico, anche se la preziosa delega resta per ora nelle mani del neo assessore alla Cultura, Gasperini). In forse anche la delega alle periferie di Samuele Piccolo, quella di Cassone ai rapporti con i sindacati e quella di Tetyana Kuzyk per «favorire l'integrazione delle Comunità degli immigrati». L'ultima riunione è prevista per oggi e l'esito finale presenterà più di una sorpresa. E non è detto che il nuovo equilibrio sia migliore di quello appena lasciato.

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