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Ristrutturazione abusiva Sigilli alla reggia Todini

Sigilli alla villa di Luisa Todini a Roma (foto GMT)

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Sigilli alla «reggia» di Luisa Todini. Una villa abusiva, secondo i vigili urbani, a ridosso di Villa Ada che mette in imbarazzo il presidente della Federazione industria europea delle costruzioni ed ex-europarlamentare Pdl, proprietaria dell'immobile sequestrato ieri dalla polizia municipale. Per il casolare in costruzione in via Panama, a due passi dai Parioli, non ci sarebbe mai stata alcuna concessione edilizia e manca l'ok paesaggistico. Ieri mattina gli agenti dell'Ufficio antiabusivismo edilizio del Campidoglio hanno messo i sigilli alla struttura, dov'era in corso «una ristrutturazione nascosta dai bandoni di lamiera del cantiere». L'immobile stava per essere trasformato in una villa a ridosso del parco di Villa Ada, ma i lavori procedevano «senza la concessione edilizia» e con «la mancanza dell'autorizzazione paesaggistica della Regione Lazio a cui è sottoposto l'immobile». Ma la proprietaria non ci sta ad assumersi le colpe. L'ex eurodeputata e imprenditrice Todini si è difesa precisando che «l'atto di sequestro è avvenuto solo formalmente nei suoi confronti e riguarda attività avvenute prima dell'acquisto da parte sua della casa dalla società Pasquino di Salini Aldo e C. snc, precedente proprietaria dell'immobile». La Pasquino Snc, a sua volta, aveva acquistato l'immobile nel 2006 dalla Campidoglio Finance Srl, società operante per conto del Comune di Roma nell'ambito di un'operazione di cartolarizzazione. Dopo l'acquisto, avvenuto nel febbraio 2010, la Todini aveva proseguito i lavori, «già iniziati - precisano i legali dell'imprenditrice - dal precedente proprietario a seguito di regolari autorizzazioni ottenute dagli enti competenti». Quindi aggiungono: «Luisa Todini, dopo l'acquisto della proprietà, non appena sorti problemi, ha interrotto spontaneamente i lavori in attesa, di chiarimenti mai arrivati, degli enti competenti. Il fabbricato del box auto era stato unito all'abitazione trasformando l'originaria tettoia di eternit in una vera e propria area abitativa. Le variazioni effettuate per la chiusura della veranda e del cambio di destinazione d'uso dell'autorimessa ad abitazione civile non erano compatibili con la domanda di condono edilizio presentata. Inoltre tutta l'area verde di Villa Ada e Monte Antenne rientra nei vincoli di tutela paesaggistica. È stata proprio una comunicazione della Regione Lazio a far partire le indagini. E dopo il sequestro insorgono gli attivisti di Legambiente, che sin dallo scorso luglio aveva inviato un esposto alla procura e alle istituzioni competenti sui lavori in corso. Gli ambientalisti chiedono al Comune di demolire immediatamente i nuovi abusi ed evitare qualsiasi ipotesi di "scippo" di 500 metri quadrati del parco di Villa Ada, visto che - spiegano - «Luisa Todini, aveva pensato bene di chiedere al Campidoglio un allargamento della corte del casale alla fine di via del Canneto, ottenendo dagli uffici del Dipartimento alle Politiche del Patrimonio, dopo un serrato carteggio, la disponibilità a sottoporre al Consiglio comunale l'approvazione per la concessione».

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