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Nessuno stupro, era una balla Le sedicenni tornano a casa

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.Ha un epilogo a lieto fine la fuga delle due sedicenni Agnese Lasagni e Serena Setti di Correggio, in provincia di Reggio Emilia. L'altra sera intorno alle 21 sono state trovate da un parrucchiere di Centocelle, in via degli Anemoni: piangevano, chiedevano aiuto, una diceva "non legatemi, vi prego, non legatemi", avevano i vestiti strappati e inzuppati di vino, una graffi ai polsi, l'altra al labbro, i capelli spettinati. Gli investigatori temevano il peggio. La polizia che le ha soccorse, gli investigatori della Squadra mobile che già si stavano preparando alla caccia al bruto e i carabinieri della Compagnia Casilina allertati da quelli di Reggio Emilia. Le due sono state portate al policlinico Casilino e lì è saltata fuori la verità. Nessuna violenza sessuale. È stata tutta un'invenzione. Una richiesta di attenzione recapitata ai loro genitori, professionisti e benestanti, nel modo più drammatico e spettacolare possibile, appreso dalle vicende vere e angoscianti degli ultimi tempi. Come la scomparsa di Yara, per esempio. Ieri mattina dopo le 10 le ragazze sono state portate in Questura e riconsegnate ai genitori, alle rispettive mamme. Con loro sono uscite poco dopo mezzogiorno. Agnese sorrideva con la madre accanto col volto coperto dalla sciarpa nera. Serena aveva il cappuccio del piumino sollevato sopra la testa. Si sono infilate in due diverse auto: destinazione Reggio Emilia. Al capo della Mobile Vittorio Rizzi hanno raccontato le loro "vacanze" romane. Il 17 sera sono fuggite da Reggio. Prima di sparire hanno mandato un sms a i rispettivi fidanzati «Ci vediamo più tardi», poi hanno gettato i cellulari per evitare di essere rintracciate. Sono andate in un centro commerciale dove hanno comprato un borsone, abiti per cambiarsi, cappelli di lana e occhiali scuri. Sono salite sui treni per Parma, Piacenza, Milano quindi per Roma dove sono arrivate il giorno dopo la fuga e sono rimaste per due giorni. Hanno mangiato al McDonald's, poi finiti i soldi e hanno pensato al colpo di teatro finale. Si sono versate addosso del vino, strappate i vestiti, ferite con la lattina della Coca Cola recitando la parte delle violentate. Un rischio che hanno corso davvero.

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