Festini e denaro sporco Bufera sul consigliere
Corruzione, droga e riciclaggio. Sono queste le ipotesi di reato a carico del consigliere Pdl di Roma Capitale Francesco Maria Orsi, indagato dal pm Paolo Ielo della procura di Roma assieme ad altre dieci persone. La notizia piomba sul Campidoglio a pochi giorni dallo scandolo Parentopoli. E cade sulle spalle di Orsi come un macigno. Il quarantaquattrenne ex ufficiale dei carabinieri è stato eletto al Comune con 1374 voti dopo una campagna elettorale passata alla corte di Gianni Alemanno ed è stato delegato del sindago al decoro urbano nella prima Giunta. Durante la corsa al Campidoglio il suo nome è associato anche a quello di Silvio Berlusconi, che per lui si è speso in radio e sui manifesti. Non solo: la famosa «dama bianca» Federica Gagliardi, di 28 anni, che scende dall'areo presidenziale con il Cavaliere per partecipare al G8 di Toronto nel giugno 2010, è una sua amica. Ma Orsi non è solo un uomo politico. È anche un imprenditore nel campo dell'immobiliare e un broker assicurativo (molti consiglieri comunali e dipendenti del Campidoglio hanno un contratto con la sua azienda). Gli altri indagati dal pm Ielo sono: Fabrizio Urbani, in qualità di direttore generale Ater Roma, Giovanni Battista De Zio, dipendente Banca Mediolanum, Umberto Santich, commercialista, Fausto Baccari, Marco De Leo, Stefania Jazzetta. Ci sono poi Stefano Balestro, Stefano Masotti, Luciano Sigismondi, ma su questi nomi non è specificato ancora un ruolo nei verbali degli inquirenti. C'è poi un altro indagato: Vincenzo La Musta. Proprio quest'ultimo è il personaggio-chiave dell'inchiesta. La Musta, infatti, è un immobiliarista che pochi giorni fa ha patteggiato una condanna per riciclaggio. Con Orsi si conoscevano. Erano amici e frequentavano gli stessi ambienti professionali, specialmente le aste in cui viene dismesso il patrimonio pubblico. La Musta racconta agli inquirenti di una serie di conti della Banca Mediolanum dove vengono riciclati soldi (due milioni circa) truffati in Campania a famiglie di disabili e affetti da malattie per trasfusione di sangue infetto. Orsi, secondo l'uomo, sarebbe collegato a quei conti. Sempre La Musta racconta di festini, prostitute e cessione di sostanze stupefacenti da parte dell'onorevole. I fatti risalirebbero al 2005, 2006 e 2009. Il pm a questo punto fa partire le indagini. Negli atti della Procura le dichiarazioni di La Musta sono definite «coerenti con i fatti», «prive di elementi di rottura logica» e di «attendibilità intrinseca». Si arriva così a martedì scorso alle ore 19. Quando la polizia tributaria della Finanza piomba nella vita di Orsi con in mano un decreto di perquisizione dove è scritto che sono «alla ricerca di elementi di supporto esterni alle dichiarazioni di Vincenzo La Musta». I militari gli perquisiscono casa e ufficio. Durante i controlli, durati dodici ore, uno degli avvocati del politico, Maurizio Sangermano, racconta che Orsi informa la Finanza di essere in fase di trasloco e di avere la maggior parte dei documenti nel nuovo ufficio. «In quei locali non possiamo entrare perché non abbiamo il mandato», avrebbero risposto le fiamme gialle. «Non c'è problema, siete ospiti miei», avrebbe ribattuto Orsi. Così i finanzieri si sono recati anche nel secondo ufficio dove sono state mostrate le carte richieste dalle autorità ancora imballate per il trasloco. Sono stati così sequestrati i documenti relativi ai contratti di compravendita di immobili acquistati tramite aste giudiziarie e comprati attraverso le società di Orsi. La Finanza ha poi portato via un computer perché non si riusciva ad accenderlo sul posto. Oggi gli avvocati del politico, Maurizio Sangermano e Romolo Reboa, presenteranno istanza al Tribunala del riesame per riavere il pc e i documenti, in quanto sul decreto del pm i documenti erano richiesti in copia e non in originale come, invece, sono stati consegnati da Orsi alle autorità.