Alemanno rinuncia definitivamente al sogno del Gran Premio a Roma
Incambio la Regione Lombardia si schiera al fianco del Campidoglio nella corsa alle Olimpiadi 2020. Un patto siglato in videoconferenza tra Roma e Milano. Accanto ad Alemanno, a garantire l'impegno del governo e di tutto il sistema-Paese, ci sono il ministro della Difesa Ignazio la Russa e il vicepresidente del Coni Luca Pancalli. In collegamento da Milano il presidente Formigoni («Con la vostra scelta limpida sul Gp siamo e saremo al vostro fianco perché abbiate successo nei Giochi 2020») e il sindaco di Monza Marco Mariani che ringrazia Alemanno: «Ha sempre agito in maniera coerente confermando che il Gran Premio d'Italia sarebbe stato sempre e comunque quello di Monza e che, solo nell'eventualità di nuove prospettive, Roma avrebbe valutato l'ipotesi di organizzare la Formula Uno nella Capitale». E pensare che lo stesso Mariani in passato aveva espresso parole meno concilianti: «Il Gp a Roma? È l'ultimo atto di arroganza di una Capitale parassita che da 2000 anni vive togliendo l'ossigeno alle altre città» o «Roma è dall'antichità che fa danni, è al mondo per romperci le palle. Almeno il Gran Premio lo lascino stare». Ieri i toni erano assai diversi. D'altronde Alemanno non poteva fare altrimenti dopo aver ricevuto la lettera di Bernie Ecclestone che lo metteva di fronte a un bivio: non ci possono essere due Gp nello stesso Paese. Il sindaco assicura di non aver mai preso in considerazione una possibilità del genere: «Facciamo un passo indietro perché abbiamo sempre detto che nel caso di un'alternativa tra Roma e Monza avremmo rinunciato». Anche se resta l'amaro in bocca: da un sondaggio di Mannheimer emerge che all'Eur sei romani su dieci erano favorevoli a veder sfrecciare i bolidi della F1. Ma se Alemanno da un lato perde qualcosa, dall'altro incassa un sostegno politico determinante per la candidatura ai Giochi del 2020. Non a caso sottolinea che aver ottenuto il sostegno della Lombardia e del sindaco leghista di Monza (la parola «leghista» non è usata a caso) ci mette in condizione di «aver tutte le carte in regola per vincere questa sfida». La «pace» col Carroccio è tutt'altro che ininfluente, dal momento che per rinforzare la candidatura olimpica verrà presentata una mozione bipartisan in Parlamento. Alemanno spera che l'appoggio sarà unanime, sia da destra che da sinistra. I tempi non sono così lunghi. Tutt'altro. Il 22 febbraio, in occasione degli Stati generali della città, sarà presentato il presidente del Comitato promotore della candidatura olimpica. La prima scelta resta quella di Gianni Letta. Ma Alemanno pensa già all'alternativa: «Se rinunciasse troveremo insieme un sostituto». A maggio il Comitato olimpico internazionale chiederà di formalizzare le candidature. Tra un anno, invece, il Cio invierà i tecnici per le ispezioni definitive. Meglio non farsi trovare impreparati.