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I Chigi "salvano" l'ospedale

sanità

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Un atto notarile di novantanove anni fa potrebbe cambiare le sorti dell'ospedale Spolverini di Ariccia. Facendolo tornare nelle mani dei donatori, all'epoca proprietari, i principi Chigi. È Teresa Fani, presidente del neocomitato «lo Scudo» per la difesa della salute dei cittadini dei Castelli a rendere noto il documento che, a suo dire, potrebbe addirittura rimescolare le carte. L'asso nella manica è saltato fuori col cambio di destinazione della struttura disposto dal piano di riordino della Regione, nonché dagli intenti paventati dal primo cittadino di Ariccia Emilio Cianfanelli da quando il distretto sanitario della Asl Rm H ha ceduto, nell'agosto del 2007, in permuta al Comune di Ariccia la piena proprietà dell'ospedale. I principi Chigi nel 1912 sottoscrissero la donazione all'ente Istituto chirurgico ortopedico per la cura dei bambini deformi e rachitici, l'area di loro proprietà, di 16.518 metri quadrati, sulla quale è stato costruito l'ospedale appartenente all'Istituto stesso. Una donazione vincolata però. Si legge nell'atto: «Sottoposta a condizione sospensiva e risolutiva a che l'Istituto non sia mai destinato ad altro scopo all'infuori della cura dei bambini rachitici e deformi». «L'ospedale, dunque – spiega Fani - al quale sono stati ridotti i ricoveri in day hospital da trenta a tre, e in degenza da cinquanta a venticinque posti letto, e che in un anno ha perso circa 100 ricoveri di bambini affetti da neuropatia motorio-sensitiva ereditaria, a questo punto dovrebbe tornare ai Chigi». A gran voce il Comitato chiede, dunque, che venga rispettata la volontà dei donatori, e che la mission dell'ospedale, congestionato da senologia e oncologia, torni ad essere quella della cura della riabilitazione dei bambini e dei malati con disabilità fisiche. «Adesso siamo cresciuti – dice Marina Garcea, del Comitato – e nessuno cura più noi e i nostri figli, rivogliamo indietro il centro di riferimento per la nostra malattia».

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