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Le poesie di Monica

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diCARLO ANTINI C'è più poesia nel testo di una canzone o nelle liriche di un poeta classico? L'annosa questione è ancora lontana da una soluzione ma se ne continua a parlare. Sono tanti i cantautori considerati alla stregua di poeti per la qualità e l'ispirazione dei loro testi. Tra loro Fabrizio De André, Leonard Cohen e Bob Dylan su tutti. Anche Lucio Dalla merita un posto in prima fila e domani sarà al Tempio di Adriano per partecipare a «Ritratti di poesia, una giornata per viaggiare con la parola». Con la scrittura poetica il musicista bolognese ha un rapporto speciale: dagli anni delle collaborazioni con Roberto Roversi al recente omaggio ad Alda Merini. Dalla si confronterà con Guido Zaccagnini e farà ascoltare alcuni suoi brani insieme a Marco Alemanno (voce recitante), il maestro Beppe D'Onghia (pianoforte) e il maestro Daniele Roccato (contrabbasso). Poesie allo specchio. Ritratti da leggere e da guardare. Liriche a cavallo tra due secoli. Tutto questo e altro ancora durante un'intera giornata trascorsa tra versi e voci, con la partecipazione di importanti autori, italiani e internazionali e di giovani promesse. L'evento sarà arricchito dalla partecipazione di attrici di primissimo piano. Sul palco anche Monica Guerritore che interpreterà i brani del «poeta veggente» Arthur Rimbaud. Momenti particolarmente intensi saranno quelli dedicati alle letture di Paola Gassman, Margherita Lamesta Krebel e Cosimo Cinieri. La manifestazione è promossa dalla Fondazione Roma e negli anni si è imposta a livello nazionale e internazionale come uno dei principali eventi culturali dell'inverno capitolino e come punto di riferimento indiscusso per la diffusione dei valori di cui la poesia è portatrice, attraverso incontri, confronti e letture. Nel corso della giornata, a più riprese, si confronteranno molti dei principali poeti italiani, tra cui Nicola Bultrini e Leone D'Ambrosio. In apertura il presidente della Fondazione Roma, Emmanuele Francesco Maria Emanuele, ideatore dell'iniziativa, secondo il quale «in un momento in cui gli spazi dedicati alla cultura e all'arte si riducono drasticamente, la Fondazione Roma compie, ancora una volta, una scelta diametralmente opposta. Del resto, la poesia e l'arte non operano soltanto una sterile ricerca del bello, ma hanno un valore etico e sociale, consentendo a chi ne fruisce di aprirsi al mondo e di riportare al centro dell'attenzione il valore autentico della Persona».

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