Uccise un agricoltore Quindici anni al pastore romeno
Avevanolitigato perché il pastore non gradiva la presenza delle greggi del romeno nel terreno dove lui stava raccogliendo delle canne. I giudici della I sezione della Corte d'assise d'appello di Roma hanno confermato la condanna inflitta a Benchea nel dicembre del 2009 dal gup del tribunale di Tivoli, Cecilia Angrisano. Fu lo stesso Benchea ad avvertire le forze dell'ordine della presenza del cadavere di Romildo Cervellini nella zona di campagna nei pressi di Monterotondo, e ad accompagnarli suo posto. Inizialmente negò di essere il responsabile dell'omicidio ma poco dopo confessò. Raccontò che Cervellini si era recato senza alcuna autorizzazione con una falce a raccogliere le canne all'interno di un fondo dove si trovava il gregge dello stesso Benchea; che i cani pastori si scagliarono contro 85enne che li minacciò con la falce per allontanarli; che ci fu una colluttazione tra i due e che lui stesso si era limitato a tentare di soffocare l'anziano. La tesi accusatoria fu da subito diversa. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, dopo la lite il romeno aggredì lìagricoltore e lo colpì con un taglio mortale alla gola. In appello, il procuratore generale ha chiesto la conferma della condanna di Benchea emessa in primo grado, mentre il difensore del giovane, l'avvocato Lorenzo La Marca, la non punibilità del proprio assistito perché avregge agito per legittima difesa o quanto meno si sarebbe trattato di omicidio preterintenzionale e non volontario. Invece i giudici hanno confermato anche in secondo grado la condanna di Benchea a 15 anni di carcere.