I furbetti dei centri culturali scorciatoia dei luoghi di culto
Aprono un'associazione culturale che poi diventa un luogo di culto a tutti gli effetti. Anche il dialogo interreligioso ha i suoi furbetti. E per un verso assomigliano ai furbetti della «movida». Questi ultimi creano associazioni, enti benefici e onlus che godono di privilegi fiscali, ma sono ristorantini e pub a tutti gli effetti. Gli altri, invece, dietro il paravento di un'associazione culturale trovano la scorciatoia per aprire un centro di preghiera. Che calamita fedeli da ogni parte della città, creando caos nella viabilità in zone che non possono sopportare nuovi flussi, e allarmismo tra i residenti. E chi protesta finisce per passare per un intollerante religioso. E invece, il più delle volte, chiede solo il rispetto delle regole. Sabato sarà la volta dell'Esquilino. I residenti storici del triangolo della cristianità dietro Santa Maria Maggiore alle 10 del mattino faranno un sit -in a pochi metri da via San Vito, dove sotto le feste è stata aperta un'associazione islamica. Una mini-moschea per i residenti, insospettiti dai grandi numeri. «Domenica sono arrivate qui più di 150 persone» spiega Augusto Caratelli, consigliere Pdl del I Municipio, che ha raccolto le segnalazioni. «Dentro si pregava, non avevano le scarpe» riferisce Alessandro Vallocchia, portavoce del comitato Roma Caput Mundi. «Il parrucchiere storico rischierà di restare senza clienti e la chiusura» teme Claudia che vive dal '52 in zona, e ricorda i bei tempi «quando non eravamo stranieri in casa». E poi c'è una questione di sicurezza. Il centro culturale è in un sottoscala. «Il locale era un magazzino, accatastato C2, come può ospitare tanta gente» si chiede Caratelli, che ricorda che nell'agosto 2007 fu chiuso coi sigilli. Ma a novembre scorso sono ripartiti i lavori «senza - spiega Caratelli - verificare i requisiti». Cosa si fa in questi casi? «Ogni volta che accade, su segnalazione dei cittadini, facciamo intervenire la polizia municipale» risponde il presidente della Commissione sicurezza urbana Fabrizio Santori. «Accade spesso - continua Santori - che dietro associazioni culturali si nascondano luoghi di culto che non rispettano la normativa. Alla Magliana è già successo che in uno spazio inadeguato siano state riunite un gran numero di persone, che creano il caos nella viabilità. O accade che si mettano a cucinare all'esterno di queste strutture, come succede di fronte alla Moschea ai Parioli. E questo - conclude Santori - scatena un meccanismo di mancato rispetto delle regole che non favorisce la convivenza».