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Con gli occhi sull'Apocalisse

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diCARLO ANTINI È una di quelle cose da cui vale sempre la pena difendersi con qualche vecchio ma efficace gesto apotropaico. Secondo i Maya, però, c'è poco da scherzare: mancherebbero poco meno di due anni alla fine del mondo. L'antica civiltà precolombiana terminava il ciclo del suo calendario nel giorno che corrisponde al nostro 21 dicembre 2012. A giudicare dal passato, però, forse è meglio non preoccuparsi troppo. Da Nostradamus in poi, profeti e astrologi ci avevano già messo in guardia dall'anno mille e poi non è successo nulla. E che dire dei menagrami che vedevano nel capodanno del 2000 la fine della nostra civiltà ipertecnologica caduta sotto i colpi del «millennium bug»? Il 1° gennaio 2000 ci siamo svegliati davanti al monitor del computer e tutto funzionava regolarmente. Con l'avvicinarsi del 2012 ci risiamo. Questa volta, però, si è mossa anche la scienza. Per fare luce su quanto ci sia di vero nella profezia Maya, l'Auditorium ha messo in piedi la sesta edizione del Festival della scienza, intitolata «La fine del mondo. Istruzioni per l'uso». Da domani a domenica scienziati e artisti si daranno appuntamento al Parco della Musica per svelarci i segreti di quello che potrebbe accadere. Maya o non Maya, la fine del mondo potrebbe avvenire per cause naturali o legate al comportamento dell'uomo. E allora via con gli scenari più disparati che parlano di pioggia di asteroidi, sole che muore, catastrofiche eruzioni vulcaniche e tsunami che non lasciano scampo. Gli scienziati parlano anche di Apocalisse legata alla fine delle risorse petrolifere, attacchi terroristici, guerre nucleari, glaciazioni, sovrappopolamento e crisi climatiche. Insomma c'è poco da stare allegri. Per tirarci su, all'Auditorium ci saranno il fisico Brandon Carter, il filosofo John Leslie, la docente di Fisica ad Harvard Lisa Randall, il geofisico dell'University College di Londra Bill McGuire, il biologo e ambientalista Bill Streever, il fisico del Cern Gian Francesco Giudice e gli scrittori Ian McEwan, Alan Weisman e Stefano Benni. Spazio anche alla musica: ascolteremo per la prima volta in Europa la voce di Tashi Lama, Maestro Cantore ufficiale del Dalai Lama. I più coraggiosi potranno provare l'ebbrezza di sfuggire a eruzioni vulcaniche in 3D, vibrare insieme ai terremoti, improvvisarsi doppiatori dei più famosi film «catastrofici», sperimentare bizzarre «patamacchine» ecologiche e case intelligenti, e dare un'occhiata ai pianeti più simili al nostro. Non si sa mai. Tenendo bene a mente le parole del padre di Charlie Brown, Charles M. Schulz, che un giorno disse: «Non vi preoccupate se oggi finisce il mondo. In Australia è già domani».

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