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C'è una chiesa nascosta nel cuore della Capitale

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UnaChiesa che non si riunisce nelle parrocchie, ma che è viva e presente. Una Chiesa sommersa non perché nasconde la propria fede, ma semplicemente perché non si riunisce nei luoghi di culto tradizionali. Prega, condivide esperienze, si catechizza in associazioni culturali, circoli sindacali, anche circoli di partito e altri vari e diversi luoghi di aggregazione. Benvenuti a Roma, città dei pellegrini e degli immigrati. Se arrivi da un Paese straniero, è normale che ti stringi intorno alla tua comunità. Se sei cristiano, vai in parrocchia. Ma non solo. Hai bisogno di riunirti con chi parla la tua lingua, di condividere il tuo modo di vivere la fede, di sentirti parte di una comunità. È in questo momento che si inserisce il paziente lavoro delle Associazioni Straniere a Roma. Mediatori culturali che fungono da aggregatori sociali. Dando, tra le altre cose, anche un posto per pregare. È praticamente impossibile farne un censimento completo. Il Comune di Roma, nel 2006, ha provato a stilare un elenco. Ne risultava un numero di 53 associazioni straniere, sparse in tutte le zone della città, dalla centralissima via Tacito al quartiere Prenestino, da San Giovanni alla zona intorno a Termini. Comunità organizzate e strutturate. A scorrerne l'elenco si legge anche un po' la geografia dell'immigrazione a Roma: ce ne sono varie africane (congolesi, senegalesi eritree, somale, più generalmente nordafricane), un paio cinesi, alcune dall'America Latina. È un elenco comunque incompleto, perché, spiega Franco Pittau, responsabile del Dossier Caritas Migrantes, «qualunque censimento delle associazioni che aiutano l'aggregazioni di comunità straniere risulta alla fine tipologico e incompleto. Sono circoli che a volte restano dormienti, altre volte vengono chiusi». Però si deve partire dalla consapevolezza che «ogni comunità che viene dai Paesi esteri ha una collettività. E che spesso queste comunità sono molto frazionate». Nel loro frazionamento, sono comunque comunità unite. Per la Messa, spiegano dalla Caritas, si riuniscono in parrocchia. Il sito del Vicariato di Roma elenca 43 comunità straniere nella Capitale, e tutte hanno una chiesa di riferimento, dove si riuniscono le comunità. Ma è magari durante la settimana che queste comunità si riuniscono in luoghi diversi da quelli consacrati. Pregano insieme, condividono esperienze, fanno comunità ovunque siano. E, a volte, è possibile che un sacerdote li raggiunga e celebri Messa insieme per loro.

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