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I genitori dei bambini di Rignano «Li facevano uscire dal sottopasso»

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Questala via d'uscita al riparo dagli occhi indiscreti descritta ieri dalla madre di uno dei 21 bambini che sarebbero stati abusati dai cinque imputati (tre maestre, l'autore tv marito di una delle insegnanti e una bidella) nel processo in corso al Tribunale di Tivoli. Dove ieri, in un'altra seduta-fiume di oltre sette ore, sono stati ascoltati altri quattro genitori dei bimbi, compresa l'unica coppia che, nonostante abbia denunciato quattro anni fa i presunti abusi (ma da allora ha abbandonato Rignano cercando solo di dimenticare), ha poi deciso di non costituirsi parte civile nel dibattimento. E la tensione è progressivamente salita in aula quando una giovane madre ha raccontato nei minimi particolari le descrizioni che il figlioletto le aveva fatto di quelle discese negli inferi. «Mio figlio cominciò a parlarmi delle scale che scendeva appena fuori dall'asilo, dove poi lo portavano e dei giochi che gli facevano fare, descrivendo con la sua spontaneità quello che aveva visto nei giardini di quelle case, come ad esempio il monopattino», ha scandito in aula la donna, assistita dall'avvocato Mirko Mariani. Per il legale, che rappresenta quattro dei 42 genitori (finora ne sono stati ascoltati dodici, per gli altri si proseguirà nell'udienza di lunedì 31) «con questa testimonianza è stata confermata la genuinità del racconto fatto dal bimbo, sul quale poi gli inquirenti hanno trovato riscontri effettivi tanto sul sottopassaggio indicato quanto sul giocattolo di legno». Di tutt'altro avviso, invece, i legali della difesa: «Ma quando mai, questi genitori sono completamente inattendibili - ribattono Roberto Borgogno e Giosuè Bruno Naso - Alle domande più pressanti, si sono sempre rifugiati in tanti non ricordo». I rappresentanti delle parti civili invece rivendicano «le puntuali e inoppugnabili conferme che stanno arrivando dai racconti dei genitori - spiegano Antonio Cardamone, Luca Milani e Pietro Nicotera - sia sul tipo di giochi sessuali subiti dai loro bimbi che sulle indicazioni dei responsabili. E lo stanno facendo con grandissima dignità».

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