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Muore a una festa a luci rosse per un cocktail di droga e alcol

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Festino a luci rosse finisce in tragedia. Un uomo muore e il suo compagno finisce in coma. È accaduto ieri all'alba in un mini appartamento nel quartiere Flaminio, in via Antonazzo Romano, dove sette uomini si erano dati appuntamento per trascorrere una serata a sfondo sessuale. I carabinieri della Compagnia Trionfale e della stazione Flaminio stanno accertando se sia stato fatto uso di cocaina durante la festa. La vittima e il suo compagno avevano conosciuto gli altri cinque uomini il giorno stesso su internet. A quel punto hanno cominciato a parlare in chat, si sono conosciuti meglio e alla fine si sono dati appuntamento nella piccola abitazione a due passi da piazza Mancini. Erano le 4,45 quando è stata chiamata l'ambulanza da alcuni degli uomini presenti nella casa, avendo notato che M. V., di 42 anni, era privo di sensi e che invece il suo compagno, F. M., stava molto male. I sanitari del 118 non hanno potuto che constatare la morte di M.V. e hanno invece ricoverato l'amico all'ospedale Santo Spirito in gravi condizioni, anche se non è in pericolo di vita. Dagli esami, è emerso che quest'ultimo aveva fatto uso di cocaina. I cinque uomini, commessi e impiegati, tra i quali un siciliano e un toscano, negano comunque che in casa si sia fatto uso di droga e che i due, secondo loro, erano già arrivati sotto l'effetto di cocaina e alcol: gli investigatori non hanno trovato tracce di polvere bianca nell'appartamento. Non è escluso, però, che la coppia di omosessuali abbia sniffato «cocaina killer» oppure che abbia fatto uso di un'altra sostanza stupefacente, che, mischiata all'alcol, abbia mandato in overdose entrambi. Dalle indagini dei militari, non risultato per ora altre persone che si sono sentite male nella notte per l'uso di cocaina. Soltanto dall'autopsia, che si svolgerà oggi, sarà possibile stabilire le cause della morte e del malore del compagno della vittima. M. V. era laureato in scienze della Comunicazione all'università «La Sapienza». F. M. invece lavora presso il Tribunale. «Quello che è accaduto non c'entra nulla con l'orientamento sessuale. Poteva capitare anche a una coppia etero o a un gruppo di amici», è il commento del presidente di Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo. E ancora: «Se la droga presa dai due era tagliata male - ha concluso Marrazzo - c'è da augurarsi che la persona che l'ha venduta venga preso e sanzionato indipendentemente dal problema sessuale».

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