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Il Tar boccia il Comune e difende i cittadini

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Nondovranno pagare di tasca loro i lavori di consolidamento dei palazzi come aveva invece stabilito il Comune di Roma. Il Tar del Lazio ha infatti accolto il ricorso di alcuni residenti della Cassia, che hanno visto le loro abitazioni sbriciolarsi pian piano a causa dei lavori sul Raccordo. Una prima vittoria, quindi, per i proprietari degli appartamenti dei civici 77, 81, 83 e 85, dopo l'ordinanza dei giudici amministrativi che quattro giorni fa hanno accolto il ricorso presentato dagli avvocati Rina Izzo, Francesco Maria Graziano e Massimo Ozzola. I giudici, presieduti da Luigi Tosti, hanno anche condannato il Comune al pagamento delle spese processuali, pari a 1.500 euro. «Ingiusta, illogica, irrazionale e inottemperabile» avevano definito i residenti di via Volusia la determinazione comunale che imponeva loro di mettere in sicurezza lo stabile a rischio crollo. L'Amministrazione aveva «diffidato» i cittadini «a provvedere a eliminare ogni pericolo per l'incolumità delle persone attraverso adeguati interventi sul piano di fondazioni, sulle strutture portanti e sul terreno di fondazione». Una spesa enorme, dunque, che i cittadini non avevano nessuna intenzione di affrontare poiché, secondo loro, a provocare quei danni erano stati i lavori nei tre cantieri sul Gra. E perché sotto le loro abitazioni «c'è una frattura che attraversa l'intera collina e che ha un'estensione di circa 200 metri» e che quindi non era possibile compiere un intervento «privato» limitato al piano delle fondazione. Per i cittadini di via Volusia, alcuni dei quali vivono dallo scorso maggio in un'altra abitazione perché la loro è stata dichiarata inagibile, a dover fare i lavori dovrebbero essere o il Campidoglio oppure l'Anas. Au.Par.

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