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Si sono chiuse all'alba di ieri le trattative, durate ininterrottamente più di 4 giorni.

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Sela decisione del sindaco Alemanno di rinnovare quasi la metà dei suoi assessori sia stata una scelta azzeccata lo vedremo con il tempo. Che invece si sia aperta, un minuto dopo la firma dei neo assessori, un'altra delicata partita, è una certezza. Partiamo dal mancato ingresso de La Destra. Nonostante i ripetuti inviti del sindaco ad allargare la giunta al partito di Storace, Dario Rossin, indicato come possibile assessore, resta fuori la Sala delle Bandiere. Una mancata nomina che ha fatto infuriare La Destra che ha annunciato una «mobilitazione popolare». Non si è stati così in grado di superare il veto di una parte del Pdl sul nome del suo ex capogruppo Rossin. Sorriso a metà, invece, per l'Udc che non ha ottenuto la presidenza dell'Assemblea capitolina ma comunque può contare su un altro consigliere che entra in Aula per effetto delle dimissioni del neo assessore alla Cultura, Dino Gasperini. Un segnale di «amicizia», diciamo, che porta gli esponenti del partito di Casini a fare gli auguri alla nuova giunta e ribadire la loro «opposizione costruttiva». Le grane dunque arriveranno non solo da La Destra ma anche dall'interno del Pdl. L'uscita degli assessori Laura Marsilio (Rampelli), Sergio Marchi (vicino a Piso) e Fabio De Lillo (Gasparri), provocherà presto un terremoto dentro e fuori il Palazzo Senatorio. Non a caso alla presentazione della nuova giunta era assente proprio il coordinatore regionale Pdl, Vicenzo Piso, mentre era presente il sottosegretario Giro. Per quanto riguarda Marchi, a bruciare è anche la «perdita» dei trasporti da parte degli ex di An. Discorso a parte vale per Marsilio e De Lillo. L'appello di diversi esponenti del Pdl per mantenere la Marsilio in giunta, per il lavoro svolto ma anche per garantire una presenza minima di donne (su 12 assessori è rimasta ora solo la Belviso), è caduto nel vuoto. Ancora, ai «gabbiani» di Fabio Rampelli è stato tolto un posto in giunta. Non a caso, oggi è prevista una conferenza stampa dell'ex assessore alla Scuola. E chissà se si leverà qualche sassolino dalla scarpa. Quegli stessi che probabilmente si toglieranno lunedì gli ex assessori Umberto Croppi (Fli) e De Lillo, entrambi hanno infatti convocato la stampa. Alle critiche degli ormai outsider, il sindaco dovrà però vigilare sui possibili attacchi interni. Non solo i consiglieri di riferimento di De Lillo e Rampelli, che potrebbero creare una fronda nel Pdl ma anche a quei consiglieri che si aspettavano una «promozione» che non è arrivata, come ad esempio Giordano Tredicine o Giovanni Quarzo. Tutti nodi da sciogliere anche o soprattutto attraverso la ridistribuzione delle 19 deleghe dei consiglieri e almeno la presidenza della Commissione Trasporti, liberata da Aurigemma. Mentre, a sorpresa, la «pesante» delega al Centro storico è rimasta nelle mani del neo assessore alla Cultura, Dino Gasperini. E se il Pdl sarà dunque impegnato nei prossimi giorni a riproporre l'equilibrio trovato nella nuova giunta anche in Aula Giulio Cesare, l'opposizione attacca senza freni. «Alemanno ha ammesso che fino ad oggi lui e la sua Giunta non hanno fallito - ha commentato il capogruppo alla Pisana del Pd, Esterino Montino - Ma il sindaco nel suo outing va oltre dichiarando ad alta voce una cosa che tutti sapevano: il Pdl non è in grado di governare Roma né di esprimere una classe dirigente adeguata». Parlano chiaramente di «vero e proprio bluff», il capogruppo Pd e il suo vice in Campidoglio, Umberto Marroni e Fabrizio Panecaldo, mentre l'aver ridotto a una presenza la quota rosa in giunta ha scatenato non solo comunicati di «delusione» da parte del ministro Giorgia Meloni e della consigliera capitolina Pdl Lavinia Mennuni, e le «ire» della sinistra, da Giovanna Melandri al capogruppo Pd in Senato, Anna Finocchiaro. Sus. Nov.

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