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Addio all'eroe di Vermicino

Isidoro Mirabella

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Era il piccolo grande eroe di Mentana anche se lui, Isidoro Mirabella, deceduto sabato scorso a 81 anni, siciliano di nascita, nella cittadina garibaldina s'era trasferito «soltanto» negli anni Settanta. Mingherlino e basso di statura ma con un cuore immenso. Nella notte dell'11 giugno 1981 quando l'Italia seguiva in diretta tv da Vermicino i soccorsi per salvare Alfredino Rampi, 6 anni, caduto in un pozzo profondo 35 metri, Isidoro Mirabella si presentò volontario e vi si calò. Era il secondo giorno di tentativi per estrarre il bimbo ancora vivo e l'ottimismo iniziale cominciava a scemare. Mirabella, detto l'Uomo Ragno, arrivò intorno alle 21 e un'ora dopo iniziò la sua discesa nel pozzo (le trivellazioni erano state fermate) con un seghetto in mano per rimuovere una tavoletta. Fallì e i vigili del fuoco gli negarono altri tentativi. Ci furono polemiche per questo. Il resto è noto, Alfredino morì nel pozzo. L'Uomo Ragno rientrò a Mentana con un peso sul cuore. «Fu una bella botta per lui - dice ora il sindaco Guido Tabanella - come lo era stata la morte improvvisa di Alfiero Bernardi l'allenatore del Mentana Calcio». Bernardi perì nel lago di Vico dove si era gettato per salvare la vita dei propri figli. Anche lui è un eroe della città di Mentana. Ma che rapporto c'era tra Isidoro e il Mentana Calcio? «Isidoro viveva in simbiosi con la squadra, era considerato la mascotte» ricorda Tabanella. Isidoro Mirabella è morto in povertà ma «dignitosamente» sottolinea il primo cittadino. «Nell'82 si trasferì in una casetta a Castel Chiodato. Campava con la pensione minima, non ha mai chiesto niente a nessuno. Solo negli ultimi tempi qualcuno lo aiutava nelle faccende domestiche perché era solo. Lui non ha mai dato fastidio, era una persona tranquilla». Doveroso da parte dell'amministrazione comunale onorarne il ricordo, pagando tutte le spese del funerale e trovandogli degna sistemazione al cimitero di Castel Chiodato. «Isidoro ha dato lustro alla nostra città - dice Tabanella - con quel suo atto di eroismo a Vermicino. Al funerale è venuta pure la figlia che abita a Milano». Di che cosa è morto? «Era malato, credo avesse un tumore. Ma, anche nella malattia è rimasto riservato e discreto. Un eroe e anche un gran signore».

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