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Tac di domenica in ospedale

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Tacal Sant'Andrea nel fine settimana. Risonanze magnetiche al San Giovanni di domenica. Ma se avete il mal di cuore la scorciatoia di una visita in ospedale nel week-end non è una scorciatoia percorribile per le urgenze, almeno per ora. E anche i cardiologi del San Camillo sono in fibrillazione perché non c'è abbastanza personale per visite nei festivi. Dopodomani è sabato. Mancano solo due giorni all'apertura degli ambulatori ospedalieri nei giorni festivi. E i tre nosocomi pilota, San Giovanni, San Camillo e Sant'Andrea, schierati in campo dalla governatrice del Lazio Renata Polverini per abbattere le liste d'attesa, si stanno preparando all'apertura. La Regione, ma soprattutto i pazienti, si aspettano una boccata d'ossigeno ai tempi d'attesa biblici per radiologia e diagnostica per immagine, compreso l'importantissimo settore delle ecografie ostetriche-ginecologiche, e le visite cardiologiche e oncologiche, e la chirurgia vascolare. Ma dai primi segnali pare che sarà una partenza a due velocità. Ottima per la radiologia del San Giovanni, che punta sulle risonanze magnetiche, orgoglio del dg Gian Luigi Bracciale. «Puntiamo a farne 36 al mese solo la domenica, restando aperti tre domeniche su quattro» conferma il direttore sanitario Salvatore Passafaro, che ringrazia «medici, tecnici e infermieri di radiologia, diretta da Riccardo Di Segni, che hannno già consentito - ricorda - l'apertura il sabato». Per le visite cardiologiche, però, non ci sono medici. «Abbiamo richieste altissime e un numero talmente ridotto che è un miracolo coprire le guardie e non sarà possibile neanche applicare gli stent». I cardiologi del San Camillo, che ieri hanno letto la circolare della direttrice sanitaria Daniela Orazi si sono subito riuniti. «Non sarà facile per un ospedale di alta specializzazione come il nostro - spiega Sandro Petrolati, responsabile del day hospital - lavoriamo già a ranghi ridotti ed è difficile assicurare tutti i turni». E intanto il pronto soccorso scoppia. Lunedì sono entrati 95 pazienti insieme, e i malati aspettavano un letto da 4 giorni. Il primario di radiologia, Loredana Adami non vuole fare «il piagnone»: «il blocco del turnover c'è da anni» dice, anche se è vero che il destino dei settori spesso dipende dai medici co.co.co. a contratto. «Ad essere realistici la possibilità di offerta non è bassa - spiega - però mi aspetto senso di responsabilità dai medici famiglia», scorciatoia delle urgenze, che scriveranno il "sospetto diagnostico". Prima comunque, avverte «ci sono gli interni, i codici 5, le dimissioni protette, e i 48 i malati oncologici». A Claudio Donadio, primario materno infantile Donadio non sono arrivate richieste. «Ma siamo ancora sotto organico». Al Sant'Andrea, la ds Maria Paola Corradi ha già l'orario. «Diagnostica per immagini dalle 8.30 alle 13.30 la domenica, e dalle 13.30 alle 18.30 il sabato pomreiggio». Ma le per visite oncologiche non c'è ancora abbastanza personale.

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