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Assistenza domiciliare nel caos

Servizi sociali

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Municipio che vai tariffa oraria e bando che trovi È la strana situazione dell'assistenza domiciliare gratuita a disabili e anziani nella Capitale. Nel rapporto «Dal risanamento allo sviluppo» pubblicato a giugno dall'assessorato al Bilancio del Comune, infatti, vengono forniti i dati relativi alla spesa annua sostenuta per ogni utente dai Municipi. Nell'assistenza ai disabili si riscontra una forbice rispetto alla spesa media annua che va da un massimo di 15.433 euro per utente a un minimo di 5.915 euro, mentre nell'assistenza agli anziani questa forbice va da 9.434 euro a un minimo di 2.666. A seconda del Municipio variano la spesa annua per ciascun disabile assistito e la tariffa oraria pagata alle cooperative che erogano il servizio. Applicando invece una tariffa uniforme sarebbe possibile garantire assistenza a un numero enormemente maggiore di aventi diritto che ne fanno richiesta. Solo per fare qualche esempio: nel I Municipio si spendono 15.433 euro all'anno pro capite per 100 assititi; in II 7.770 euro per 159; in III 8.453 per 91; in VII 5.915 per 165. Uniformando bandi e tariffe, ad esempio, in I Municipio si potrebbero assistere il doppio dei disabili che chiedono assistenza (oggi in quel territorio ne vengono assistiti solo 100 su 1.216 che ne fanno richiesta e ne hanno diritto: appena l'8,22%). Discorso praticamente uguale, ma con cifre meno stridenti per quanto riguarda l'assistenza domiciliare gratuita agli anziani. «Il sistema così com'è non va - dice il segretario generale provinciale Uil-Fpl Claudio Tulli - Il Comune deve razionalizzare le risorse secondo la concentrazione di anziani e disabili sul territorio e fornire un trattamento omogeneo ma diversificato a seconda delle esigenze per venire incontro a queste fasce deboli. La spesa annua per utente deve essere applicata in modo uniforme». Il sistema mostra più di una crepa. Al 31 ottobre 2010 il Campidoglio doveva ai Municipi circa 24 milioni di euro e una delibera di giunta invita le cooperative a scontare le fatture liquidate ma non pagate presso una banca indicata dal Comune. Per quanto riguarda il 2011, invece, il Campidoglio ha previsto uno stanziamento in linea con quello degli altri anni, ma chiedendo ai Municipi di allargare la capacità di assistenza a un numero maggiore di utenti. Oggi il servizio riesce soddisfare meno del 15% della richiesta degli aventi diritto. Razionalizzando la spesa dei Municipi sarebbe quindi possibile garantire il lavoro di chi presta assistenza a disabili e anziani, diversificando l'offerta a seconda della condizione dell'utente e facendo sì che venga seguito da una stessa persona, creando una fidelizzazione tra assistito e operatore. Non solo: uniformando bandi di gara e tariffe non solo si garantirebbe un'assistenza qualitativamente omogenea (che sostanzialmente già c'è), ma si aumenterebbe di circa il 30% il numero di disabili e anziani assistiti garantendo livelli occupazionali e rapporto tra assistiti e operatori. In questa direzione vanno del resto le proposte alla Belviso del segretario Tulli, che però ammonisce: «No al blocco del pagamento di servizi e lavoratori. Salari, professionalità e assistiti vanno tutelati».

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