Niente capelli dopo la cura Rimborsato con 7500 euro
Molti,però, pagherebbero qualche migliaia di euro, se potessero permetterselo. Così ha fatto anche il cittadino che, per risolvere il suo problema di calvizie, si è rivolto ad un centro affiliato «Cesare Ragazzi». Ma il trattamento cui si è sottoposto non solo non ha migliorato la sua situazione. Gli ha addirittura prodotto danni «fisici e psicologici». La vicenda, che si è conclusa pochi giorni fa in tribunale, ha origine nel 2005 quando l'uomo - come riferisce il Codacons - a causa di un problema di calvizie decide di firmare un contratto con un centro specializzato, nel quale era prevista l'applicazione sulla testa di tre protesi modello «Top Style 23», grazie alle quali avrebbe potuto sfoggiare una invidiabile chioma. Le cose però, spiega il Codacons, fin da subito non vanno per il verso giusto. Durante l'applicazione delle protesi l'uomo inizia ad avvertire un fortissimo bruciore e un abnorme calore; cerca di resistere ma dopo poche ore i disturbi peggiorano, accompagnati da vertigini e bruciore agli occhi. Passano alcuni giorni e, visto il peggiorare della situazione, il malcapitato è costretto a tornare presso il centro per rimuovere l'impianto. Tolte le protesi, per alcuni giorni l'uomo ha continuato ad avvertire fastidi alla cute e danni estetici. Deluso dal trattamento ricevuto, si è allora rivolto all'associazione dei consumatori, che ha intentato una causa davanti al Tribunale capitolino. Il giudice dell'XI sezione del tribunale civile Benedetta Thellung de Courtelary, pochi giorni fa, ha emesso la sua sentenza. Un «verdetto» che riconosce in pieno le ragioni del cittadino, condannando la società a restituire al cittadino i seimila euro pagati per le protesi, più gli interessi legali, oltre a mille e 500 euro a titolo di danni morali, consistenti nella sofferenza interiore derivante dall'insuccesso del trattamento, oltre che dai disturbi dermatologici patiti. Niente capelli, insomma, ma almeno la restituzione dei soldi sprecati per cercare invano di farli ricrescere. E già questo, nel Belpaese, sembra un «miracolo».