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Malagrotta, ipotesi commissariamento

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Ilcommissariamento per risolvere la questione Malagrotta una volta per tutte è molto più di un'ipotesi. Anche se la priorità è trovare una soluzione alternativa e condivisa. Molti dipenderà dai confronti che inizieranno lunedì tra la Polverini (che ha già parlato col presidente della Provincia Zingaretti) e maggioranza e opposizione. A tornare sull'argomento è stata ieri la stessa governatrice, che ha parlato a margine di una visita al Bambino Gesù. «Non escludo il commissariamento - ha detto la Polverini - Se ci sarà la necessità lo chiederemo, ma stiamo lavorando per una soluzione che consenta di non doverlo chiedere. Da lunedì incontrerò sia i rappresentanti della maggioranza sia i rappresentati dell'opposizione. Ho già scambiato qualche opinione con il presidente della Provincia e stiamo elaborando una proposta innovativa che ci consenta di risolvere in maniera permanente la questione Malagrotta». Il 2011 in ogni caso sarà anche l'anno di Malagrotta. Il termine definitivo è fissato, infatti, per il 5 luglio. Entro quella data, stando all'ultima ordinanza della Polverini, a Malagrotta potranno finire solo rifiuti pretrattati. Il provvedimento è sostanzialmente uguale a quello del 5 luglio scorso che recepisce le sollecitazioni del ministero dell'Ambiente per sollecitare la Regione a prevedere entro sei mesi (cioè entro gennaio 2011) l'installazione di unità di trito-vagliatura a cui sottoporre i rifiuti indifferenziati. Provvedimento prorogato dunque, in vista della scadenza imminente del termine e preso atto che «nell'immediato non sono individuabili soluzioni sostenibili di smaltimento diverse rispetto a quelle attualmente praticate e che l'eventuale blocco dei conferimenti in discarica determinerebbe rischi per l'ambiente e per la salute dei cittadini». Il nodo è sempre il sito alternativo. Poco prima della fine dell'anno la Polverini è stata ricevuta a Palazzo Chigi dal sottosegretario Gianni Letta e ha comunicato che sulla questione del post-Malagrotta, vista la posizione del Comune di Roma che non ha indicato un sito alternativo, la competenza è divenuta regionale. La Polverini ha anche chiesto rassicurazioni, laddove se ne ravvisasse la necessità, di una possibile procedura di commissariamento per Malagrotta. La mancanza di aree idonee nel Comune di Roma evidenziata da Alemanno e la contestuale assunzione di responsabilità da parte della Polverini sulle scelte alternative a Malagrotta ha spinto trenta sindaci della provincia di Roma (Albano, Ariccia, Genzano, Lanuvio, Velletri, Ciampino, Pomezia, Ladispoli, Allumiere, Cerveteri, Monterotondo, Nettuno, Castel Gandolfo, Castel Madama, Formello, Campagnano, Genazzano, Grottaferrata, Bracciano, Manziana, Canale Monterano, Colonna, Zagarolo, Palestrina, Gallicano, Ardea, Riano, Morlupo, Ponzano, Rocca di Papa) a rivolgere un appello al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio contro l'ipotesi che la scelta ricada nel territorio provinciale. Ma sul tavolo della Polverini non c'è solo la questione dell'alternativa a Malagrotta che - si legge sul sito web del gestore (il consorzio Colari) - «si avvia a concludere il suo ciclo di discarica e a continuare, grazie alla evoluzione negli anni delle sue tecnologie, la sua missione quale Città delle Industrie Ambientali» anche grazie all'entrata in funzione del gassificatore. Sono sempre più insistenti infatti le voci di una sostituzione dell'attuale commissario dell'Arpa di cui, inutilmente, il gruppo della Destra di Storace chiede da mesi le dimissioni. Il caso è finito al centro del dibattito nel corso di una seduta a settembre della commissione Ambiente del Consiglio regionale che ha evidenziato come il decreto che ha previsto il commissariamento - assunto all'epoca della Giunta Marrazzo - agganciava la durata dell'incarico alla nomina dei nuovi organi previsti dalla futura legge di riordino dell'agenzia. Dan. Dim.

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