di FABRIZIO FINAMORE Tra i primi commenti che appaiono su You Tube al video ufficiale del suo ultimo brano «L'amore è qui» c'è chi scrive: «Nesli non è un rapper, no, lui è un poeta dei nostri giorni».
Cosìdopo esser partito lo scorso 5 novembre da Brescia e aver toccato le principali città italiane tra cui Torino, Firenze e Napoli, stasera approda a Roma all'Atlantico con «L'amore è qui Tour», la sua nuova tournee che si concluderà all'Alcatraz di Milano il prossimo 16 gennaio. Non si scompone più di tanto Nesli di fronte alle lusinghe anzi, a chi lo definisce poeta dei nostri giorni lui risponde: «sono felicissimo di questa definizione anche perché obiettivamente nasco come poeta, scrivo poesie da quando ero ragazzino, come dire mi sono cimentato nella poesia molto prima di scrivere canzoni. Certo, non mi sarei mai permesso di darmi da solo questa definizione di "poeta dei nostri giorni", ma se i miei fan la pensano così mi prendo volentieri sulle spalle l'onere e l'onore di questo ruolo. Del resto ho sempre pensato che soprattutto le parole siano fondamentali per comunicare un'idea, un messaggio». Un messaggio ai giovani, il suo, che vuole essere assolutamente positivo come lui stesso tiene a ribadire «la mia idea è semplice come il mondo - sostiene - e lo ripeto in ogni mio live: il bene genera solo il bene e solo questa strada ci può portare verso un mondo migliore». Dal punto di vista artistico oggi Nesli si sente decisamente distante dalla cultura Rap e Hip hop. «Oggi ho poco a che fare con quel mondo - dice - la mia identità artistica è completamente diversa prova ne sia che quando sono usciti i miei primi lavori nessuno degli addetti ai lavori di quel settore mi riconosceva». Resta il fatto che l'essere il fratello di un rapper come Fabri Fibra con cui ha più volte collaborato ad inizio carriera non può non aver influenzato sul suo percorso artistico e professionale. Oggi però il suo atteggiamento verso il fratello è di rispetto ma anche di distanza «Il suo è un percorso che non mi appartiene - spiega - o quantomeno non appartiene più alla seconda metà della mia carriera artistica. Indubbiamente siamo legati come fratelli e personalmente lo considero il migliore rapper in Italia dato che oggi nessuno secondo me ha le sue capacità. Ma dal punto di vista artistico io mi sento su una strada completamente diversa». Si sente carico Nesli alla vigilia del suo concerto romano stasera all'Atlantico, carico ma soprattutto grato verso il pubblico di una città che lo scorso anno al Black Out lo accolse numeroso e con entusiasmo. «Devo tanto ad un pubblico che ha creduto in me quando era difficile farlo. Oggi esibirsi all'Atlantico è una bella scommessa, ma come i romani scommisero su di me, ora io volentieri punto su di loro».