Caro pedaggi sull'A24 Pendolari pronti alla class-action
Laminaccia dell'azione collettiva risarcitoria arriva dall'associazione pendolari Valle dell'Aniene, che protesta contro il rincaro del 13,8% scattato a Capodanno. Solo l'ultimo di una serie di aumenti che, negli 8 anni di privatizzazione, «ha fatto lievitare complessivamente i pedaggi del 120%: siamo passati da 1,50 euro del 2003 (anno dell'inizio della nuova gestione) ai 3,30 attuali», dicono gli utenti dei 41 chilometri che vanno dal casello di Vicovaro alla barriera di Roma Est (per i 33 chilometri da Castel Madama 2,60, e per i «21 chilometri di montagna» da Tivoli ora si paga 1 euro e 70 centesimi). Ed è proprio su questa classificazione montana della Roma-L'Aquila che richiama l'attenzione la società concessionaria: «le nostre tariffe, se confrontate con quelle di autostrade di montagna con analoghe caratteristiche, rimangono tra le più basse». Ma questo tipo di classificazione è contestato dall'associazione pendolari: «ora si vuole far credere - dice Roberto Lanciotti - che il tratto dal Gra a Tivoli sia un tratto di montagna». E anche per gli ultimi 14 chilometri del tratto urbano dopo la barriera di Roma Est i pendolari chiedono il declassamento: «non si può pensare di far pagare come autostradale un tratto che nei giorni lavorativi viene percorso a 5-10 chilometri orari - dice Enrico De Smaele - con corsie intasat». Congestionamenti come si trovano sulla Tiburtina-Valeria, l'arteria stradale alternativa sulla quale l'associazione Cittadinanzattiva propone di far riversare il transito autostradale. «Non ci resta che il boicottaggio quando il costo del pedaggio per un chilometro arriva ad 8 centesimi, superando quello del Gpl», commenta Antonio Lollobrigida. «Anche i turisti si lamentano del rincaro» dice Giampiero Conti, presidente dell'associazione Amiamo Livata.