Rogo killer in condominio
Gridava col fuoco che gli divorava casa e gli avvolgeva una spalla: «Oddiooo, non resisto, non ce la faccio, non ce la faccio». Massimo Catalani, 53 anni, maresciallo dell'Aeronautica in pensione, è precipitato sulla rampa del garage sottostante davanti agli occhi di vigili del fuoco e polizia dalla finestra del bagno dov'era seduto, al secondo piano della palazzina di sette piani, scala A, in via Gaetano Ermoli 16, a Tor Tre Teste. Non si sa se per sfuggire alle fiamme o perché ha perso conoscenza stremato dal dolore. È stato un Capodanno di fuoco e morte. Catalani è deceduto sul colpo. Da poco era stato prepensionato per problemi di alcolismo e depressione: aveva due matrimoni alle spalle e un rapporto non facile con le figlie. Amava le candele profumate e l'altra notte alcune in casa erano accese. Su un totale di ventisei famiglie, quindici inquilini sono rimasti intossicati dal fumo. Otto sono stati trasportati in tre ospedali (Tor Vergata, Vannini e Pertini) da sei ambulanze del 118: cinque bambini e tre adulti, il ferito più grave, con ustioni al volto, ha 61 anni: è il dirimpettaio della vittima. La moglie straniera, di 48, è rimasta illesa. Diversi gli appartamenti danneggiati: distrutto fino al solaio quello all'interno 8 del maresciallo, indebolito dal fuoco il corrispondente dell'interno 12 al terzo piano, inondato dall'acqua dei pompieri quello al primo, bruciato l'ingresso dell'appartamento al 5 del vicino finito in ospedale, arse le due porte di casa dove abitano gli altri condomini sullo stesso pianerottolo-inferno. E poi: anneriti i muri delle scale, in cenere il corrimano in legno, la malta ha ceduto, il calore ha mandato in pezzi i vetri al secondo piano e il fumo ha lasciato scie nere sulle pareti di altri appartamenti della scala. La dinamica della tragedia l'hanno raccontata alla polizia marito e moglie del primo piano. Dopo l'una arrivano, suonano alla porta di Catalani per invitarlo da loro. Passano dieci minuti, il maresciallo rientra e in casa trova già il principio d'incendio. Il vicino corre a prendere secchi d'acqua. Fa più volte avanti e indietro. Ma non serve. Il fuoco dilaga. Lui viene investito al volto dalle fiamme. Il maresciallo invece fugge nel bagno, con la spalla avvolta dal fuoco. Poi la tragedia. Le ipotesi sulle cause: una candela, un sovraccarico di corrente su una presa oppure un corto circuito. Lo stabiliranno le indagini del vigili del fuoco supportati dalla polizia scientifica e dagli investigatori del Commissariato Prenestino diretto da Fabrizio Falzoni. È da questo presidio di polizia, dietro l'angolo di via Ermoli, che sono arrivati i primi soccorsi. Alle 2,20 Volante e squadra di turno diretta da Valerio Lunatici hanno tirato fuori quelli che potevano: prima i bambini portati in braccio sulle scale invase dal fumo. Poi sono arrivati i pompieri. Sono corsi a prendere la scala. Il maresciallo era sulla finestra che gridava ma è caduto prima che potessero arrivare a lui.