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Vodret pensionato resta un anno gratis alla Domus Aurea

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Sorvegliataspeciale da quando fu riaperta al pubblico nel 1999 dopo essere stata celata per più di vent'anni a causa di restauri strutturali. La Domus Aurea venne poi richiusa perché è un gigante sulle sabbie mobili: lo stillicidio, la pioggia, l'umidità sono i suoi nemici mortali. Ma quello che resta sul Colle Oppio del progetto folle e megalomane di Nerone, è anche vezzeggiato, curato e amato come un figlio da chi se ne occupa, da sempre, con passione e competenza. C'è attesa per la prevista riapertura (i lavori di consolidamento partiti nel 2009 sono già finanziati) nel giugno 2011. Il commissario Luciano Marchetti ha però lanciato un sos: «A causa della prevista riduzione del 30% dei fondi per i restauri la riapertura potrebbe slittare». E ora la cose si complicano ancora di più. A gennaio la Domus perde il suo storico direttore tecnico, l'architetto Antonello Vodret che andrà in pensione, senza essere rimpiazzato, per via del «blocco Brunetta» che impone il blocco del turn over. «È una perdita pesante - lamenta Marchetti - Al suo posto ci sarà un altro soprintendente ai beni archeologici che però deve seguire più edifici contemporaneamente e non sarà più così presente come lo è stato Vodret negli ultimi undici anni». E cioè Maurizio Pesce, già responsabile della Crypta Balbi e di Palazzo Massimo alle Terme. Il diretto interessato l'architetto Vodret non vuole e non può abbandonare la Domus «in questa fase cruciale». È seriamente preoccupato per il futuro del monumento, nella cui struttura nel marzo scorso a causa della pioggia è crollato il tetto di una galleria traianea esterna. «La Tremonti-Brunetta mi ha costretto ad andare in pensione per una vera fuga dal pubblico - spiega Vodret - Ma ho assicurato, comunque, il mio appoggio ai colleghi, in modo che il passaggio del testimone sia indolore». Rimarrà a disposizione «almeno fino a giugno, ma anche per un anno. Dipende da quanto mi impegneranno e dall'educazione degli amici». Perché lo farà gratis, naturalmente. «Per la Domus Aurea è un dovere morale». Il nome di Vodret è legato alla Domus Aurea da 24 anni. Sarà un addio lento e graduale. «Purtroppo, non c'è stato il tempo materiale per poter addestrare i giovani- dice - nell'avvicendamento le cose sono più complicate. Ecco perché non sparirò dalla circolazione». Ma sarà una sua iniziativa, per cui non verrà pagato? «Mi piace pensare che sia buona educazione farlo». Insomma davanti a tutto c'è la Domus Aurea. «Ha un cattivo stato di conservazione, sul quale è molto delicato intervenire. Necessita di cure quotidiane e risorse. Solo con la santa pazienza, evitando la fretta di risultati eclatanti si avrà successo. Se si procede così, all'interno di un progetto generale che coinvolga il Colle Oppio e le Terme di Traiano, si potrà riaprire al pubblico il monumento».

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