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L'università resta un sogno

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DariaGeggi CIVITAVECCHIA Ancora appeso ad un filo il futuro del polo universitario di Civitavecchia. Lo conferma il magnifico rettore dell'Università La Sapienza di Roma Luigi Frati che, pur confermando la volontà dell'ateneo capitolino di proseguire sulla strada intrapresa da anni, ovviamente con dei necessari cambi di rotta, ha chiarito quelli che sono gli ostacoli per poter programmare un futuro roseo per la realtà cittadina. «Il 2010 è ormai agli sgoccioli - ha spiegato il rettore - eppure dal Ministero non è ancora giunta comunicazione sui finanziamenti a disposizione né sugli eventuali tagli proprio per le università: questo vuol dire che non siamo in grado, oggi, di poter dare una risposta certa in merito ai nostri interventi, specie per le sedi decentrate». Su Civitavecchia La Sapienza lo scorso novembre ha espresso chiaramente la volontà di andare avanti: nel 2009 i membri del Consorzio locale avevano inviato al Magnifico Rettore una lettera per capire, una volta per tutte, quanto l'ateneo fosse interessato o meno a Civitavecchia. «Se non dovessero esserci problemi di tagli alle risorse - ha aggiunto Frati - siamo pronti a proseguire, ovviamente cambiando rotta rispetto agli anni precedenti. Ad esempio dobbiamo ripensare una collaborazione ancora più stretta con l'università della Tuscia, dividendoci il percorso formativo: loro potrebbero coprire le materie di base e quelle scientifiche del primo anno, noi magari possiamo proseguire con le attività professionali e caratterizzanti». «Bisognerà poi rimodulare i corsi di laurea ed avere soprattutto il sostegno degli enti locali, in primo luogo il Comune oppure ad esempio l'autorità portuale, per strutture e finanziamenti», ha sottolinea il rettore dell'università romana. Non appare quindi chiaro il futuro del polo locale, nonostante la dimostrazione di intenti da parte dei diversi membri del consorzio.

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