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Tutti i luoghi della prostituzione

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Pochi giorni fa tutti i gruppi della polizia municipale hanno fatto rapporto sul fenomeno della prostituzione. Una relazione dettagliata sui luoghi dove lavorano le lucciole. Nasce così la vera mappa di questo fenomeno nella Capitale. Dall'elenco che si può leggere nel grafico qui accanto è chiaro un dato: le strade sono piene di squillo nonostante i provvedimenti comunali e le leggi sulla Sicurezza del Viminale. Le vie dove il racket è maggiormente radicato sono quelle ad alto scorrimento. Da via Cristoforo Colombo a via Tiburtina, Salaria, Prati Fiscali, Prenestina, Appia Antica e Nuova, Tuscolana, Ardeatina, Palmiro Togliatti, Laurentina, Magliana e Aurelia. Strade spesso di competenza di più municipi, dove il controllo pretende un coordinamento maggiore. La prostituzione divampa soprattutto nelle zone periferiche. Dove i quartieri sono più popolari e le vie più grandi si intersecano con stradine, spesso buie e poco frequentate dalle forze dell'ordine, che portano fuori città. Ma la mappa disegna anche una presenza non lontana dal centro storico. Nel Municipio I le squillo si fermano sui marciapiede delle Terme di Caracalla o in quasi tutte le vie che portano alla stazione Termini. Invasi anche la testa e la coda del lungotevere. Tra le relazioni che i gruppi di polizia municipale hanno inviato al Campidoglio alcuni rapporti raccontano come le prostitute si riversino in strada anche di giorno. È il caso, per esempio, del V gruppo: «a via della Tenuta del Cavaliere il fenomeno risulta essere con fascia oraria 9-18»; «Monti Tiburtini in prossimità ospedale Sandro Pertini, in maniera saltuaria sia di giorno che di notte». Il X gruppo ci tiene a sottolineare invece che a via Quinto Publicio «dette persone apparivano in modo evidente dei trans». Stessa premura da parte del XVII gruppo che racconta il fenomeno sul lungotevere: «concerne esclusivamente la prostituzione maschile e vede la presenza di circa dieci unità di provenienza sudamericana». Nazionalità meno diffusa tra le lucciole della Capitale. Il 66 per cento, infatti, sono romene. Sparse su tutto il territorio della Capitale.

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