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Mense scolastiche È arrivata la batosta

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L'aumento delle rette delle mense scolastiche, deciso in sordina dal Consiglio comunale il 31 luglio scorso, continua ad alimentare pesanti critiche tra i genitori. La «rivoluzione» entrata in vigore a settembre, in alcune realtà territoriali ha fatto fatica a decollare. Il nuovo criterio per stabilire quanto un alunno deve pagare, infatti, è basato sul redditometro che individua ben diciotto fasce di reddito (prima erano solo tre). Non tutte le famiglie hanno presentato, in tempo, la necessaria documentazione. E in alcuni municipi i termini sono slittati. La batosta c'è. Chi non rientra nelle fasce più deboli s'è visto raddoppiare la retta mensile: da 42 a 80 euro (per chi dichiara oltre 45 mila euro), un aggravio di 400 euro all'anno. Per i redditi medio bassi, gli aumenti sono stati contenuti: se la famiglia ha presentato un Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) di 10 mila euro da 30 euro mensili è passata a pagare 36.99 euro. La forbice si è dilatata, di molto, salendo di reddito. Previsti «sconti» per famiglie numerose e cioè il 50% per il terzo figlio e il 75% per il quarto. A ravvivare il fuoco delle polemiche, ora, la recente decisione del Comune di ridurre nella refezione scolastica alcune derrate biologiche (all'incirca del 2%). In particolare sono state abolite le merendine biologiche (come le crostatine di marmellata che non riscontravano molto successo tra i bimbi sostituite dai più graditi biscotti al cioccolato) e alcuni prodotti come il riso parboiled biologico, il parmigiano reggiano e il burro bio (tutti sostituiti con equivalenti convenzionali) i pomodorini ciliegino (con le carote flangè), i filetti di halibut (con la nostrana platessa), la bresaola (con il prosciutto cotto). La linea del Comune è privilegiare i prodotti locali «a chilometro zero» come hanno sottolineato il sindaco Alemanno e l'assessore alla Scuola Laura Marsilio. La quale ha aggiunto che sono stati tolti «esclusivamente alimenti risultati poco graditi dai bambini o difficili da trovare e che tali cambiamenti non hanno intaccano, comunque, la presenza di prodotti biologici nella refezione scolastica». Ma questo non è bastato a tranquillizzare gli animi. Pochi giorni fa al grido di «Co Alemanno male magno» una trentina di genitori della scuola elementare «Cesare Battisti» e dell'infanzia «La Coccinella» di piazza Sauli (XI municipio) ha inscenato una protesta per chiedere al Comune il ritiro della circolare che sostituisce i cibi biologici con prodotti convenzionali. Tra i partecipanti il consigliere provinciale di Sel, Gianluca Peciola e il presidente del XI Municipio Andrea Catarci. La madre di un bimbo che frequenta la materna ha proposto «di autogestire le mense» in modo da decidere cosa dar da mangiare ai propri figli. «Non capiamo il nesso tra l'aumento della retta e la diminuzione della qualità dei cibi che per i bambini è fondamentale». Insomma la lingua batte dove il dente duole!

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