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Delusione al Terminillo Lo scirocco scioglie la neve

Sciatori allo Skylift al Terminillo

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Lo scirocco rovina la festa sulla neve. A parte qualche «tappetino» per far divertire i bambini, piste chiuse sui monti reatini. Il gelo e le precipitazioni nevose dei giorni scorsi hanno ingannato. Sulle piste poca roba. Terminillo, Selvarotonda di Cittareale, Leonessa, la stagione ancora stenta a partire e le migliaia di vacanzieri che ieri hanno cercato di raggiungere gli impianti si sono dovuti accontentare di una passeggiata o una sosta al ristorante. «Ma se non aprono gli impianti di risalita non lo fanno nemmeno molte strutture ricettive - dicono un gruppo di boy-scout arrivati da Ascoli Piceno - poche trattorie dove si può mangiare e anche care». La verità è che se non c'è neve buona per sciare al Terminillo resta molto poco da fare. «Sì ma qualche pista facile si poteva aprire - dicono gli albergatori di piazzale Togo - le Carbonaie, la Cardito sud avrebbero lavorato e con esse anche noi altri. Non è per far polemica ma qui si aspetta sempre l'ultimo giorno. Servono altri impegni». Dalla Società Funivie del Terminillo si difendono. «Non è colpa nostra se l'Appennino va così - ribatte il patron degli impianti terminillesi Flavio Formichetti - un giorno c'è mezzo metro di neve e la temperatura a meno dieci e il giorno dopo arriva lo scirocco, piove e il termometro sale di quindici gradi. Noi stiamo organizzando tutto per aprire parte delle piste mercoledì». Il Terminillo, probabilmente, ha bisogno anche di altre attrazioni invernali per il tempo libero. Solo così i turisti possono divertirsi anche con altro. Il centro sportivo con mega-piscina della Valletta resta non completato e lo scavalco verso Cantalice-Leonessa rimane un sogno. «I Verdi e la sinistra estrema - dicono sempre dal Terminillo - ci dicono che il progetto privato per il rilancio non ha superato la valutazione d'impatto ambientale, e ancora una volta nella nostra provincia si inscena uno dei più famosi racconti dello scrittore Giovannino Guareschi che vede protagonisti don Camillo e Peppone, eternamente contrapposti su ogni argomento. I precedenti episodi ambientati nella piccola provincia in riva al Velino, del tutto simili a quelli che nel dopo guerra erano propri della riva del Po, descrivono come la politica reatina sia in disaccordo su ogni cosa: dalla realizzazione della ferrovia Rieti-Roma alla Salaria a quattro corsie; sulle soluzioni per salvare le aziende del nucleo industriale, sulla gestione dell'acqua e tanto altro». Ora, mercoledì mattina, entrerà in campo anche la nuova ProLoco del Terminillo. Il rilancio ecocompatibile della montagna reatina è possibile, non servono altri enti e consigli d'amministrazione per realizzarlo, ma solo amministratori capaci di lasciare a casa le posizioni preconcette e magari copiare le iniziative che hanno rilanciato territori simili a questo. Abruzzo insegna.

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