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Capitale devastata Polemica sui danni

I danni dopo la guerriglia scoppiata nelle vie del centro di Roma

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Il giorno dopo sono pochi i segni della guerriglia urbana che ha devastato il Tridente. Via del Corso è tornata pulita, spariti i detriti, rimosse le fioriere frantumate e i vetri rotti, rimessi al loro posto i cestoni dei rifiuti e colmati i buchi sul selciato aperti per raccogliere i sampietrini da lanciare contro le forze dell'ordine. A ricordare le due ore che hanno trasformato il centro storico in un inferno di fumo e fiamme, solo gli operai al lavoro per ripristinare il manto stradale dove la strada dello shopping sbocca in piazza del Popolo e le mura annerite del negozio d'ottica in via del Babuino davanti al quale sono stati bruciati un furgone della Finanza e alcune auto. Ma i danni sono stati ingenti. Per i commercianti e per la città. E una cifra la fornisce il sindaco Gianni Alemanno, che alle 16 incontra i rappresentanti degli esercenti al bar Canova per fare il punto della situazione. L'inquilino del Campidoglio, che martedì era in piazza anche durante gli scontri ed è stato costretto a rifugiarsi in un negozio, parla di 15 milioni di euro per le attività commerciali e di un altro milione per i beni culturali e l'arredo urbano. «Noi faremo la nostra parte e la stessa cosa cercheremo di ottenere dalla Regione - spiega - Ma ci aspettiamo aiuti anche dal Governo. Chiediamo che Palazzo Chigi faccia uno stanziamento in uno dei prossimi consigli dei ministri per risarcire i negozianti che hanno pagato per tutti». Per quanto riguarda la valutazione politica degli incidenti, Alemanno non ha dubbi: «Si trattava di guerriglieri professionisti venuti da tutta Italia, e non solo. Uno dei fermati, infatti, è francese. Si sono dati appuntamento a Roma via internet e hanno strumentalizzato la protesta degli studenti - osserva il sindaco - I movimenti che vogliono realmente isolare i violenti non devono fare scelte di antagonismo tali da condurre a uno scontro frontale. Se qualcuno organizza una manifestazione con l'idea di assaltare una sede istituzionale, non può non creare incubatori di violenza». Quindi, non solo repressione di polizia ma isolamento politico, perché il rischio di tornare a un clima come quello degli Anni '70 è concreto. «L'opposizione - dice Alemanno - deve essere più responsabile e i movimenti antagonisti devono avere un atteggiamento diverso». Sull'overdose settimanale di cortei senza regole che paralizzano la città, Alemanno annuncia che sta lavorando a un protocollo con i sindacati per limitare le manifestazioni, studiare percorsi specifici, distribuire le proteste in alcuni giorni della settimana e in orari che non coincidano con quelli più congestionati. Dicevamo dei danni. «La task-force capitolina composta da 120 unità - riferisce il direttore della protezione civile comunale - ha lavorato senza sosta tutta la notte. I danni più seri sono stati arrecati al manto stradale, in particolare in via del Babuino, via del Corso, piazza del Popolo, via Ferdinando di Savoia, lungotevere in Augusta, piazza San Marco e piazza Venezia». L'Ama ha ripulito le strade, il Servizio giardini sostituito le fioriere, la Municipale ha sequestrato e messo a disposizione della magistratura 22 auto e otto motorini danneggiati. Sul fronte dei risarcimenti, infine, se da un lato il Campidoglio si costituirà parte civile, la Confcommercio annuncia una class action «contro questi delinquenti, per essere parte di un progetto a tutela della collettività», ha detto il presidente dell'associazione Cesare Pambianchi. Ma i dati sui danni forniti da Pambianchi e registrati da Alemanno non trovano tutti i negozianti d'accordo. «Nella zona del Tridente sono stati danneggiati non più di dieci negozi per un totale di qualche decina di migliaia di euro - spiegano alcuni commercianti - Se poi aggiungiamo il mancato guadagno arriviamo al massimo a 150 mila euro». Marcello Brighenti, presidente dell'associazione «via Frattina» e vicepresidente di Federstrade, e Adriano Angelini, presidente dell'associazione «Tridente centro storico» ridimensionano le conseguenze delle devastazioni: «Non so da dove Pambianchi abbia tirato fuori queste cifre con cui ci mette in cattiva luce - afferma Brighenti - non deve passare il messaggio che chiediamo più soldi del dovuto o che vogliamo fare la cresta».

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