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Damiana Verucci Subito il protocollo sui cortei promesso dal sindaco Alemanno e la garanzia che manifestazioni e cortei non si tengano più soltanto nel cuore della città, specialmente in periodi di festa come il Natale.

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Perchénovemila manifestazioni l'anno a Roma, una media di tre al giorno, quasi tutte concentrate in centro, sono davvero troppe. Per i commercianti romani, ogni volta, significa diminuzione degli incassi e paura di subire danni ai propri esercizi e alla propria persona. Figuriamoci se tutto questo rischia di riproporsi la settimana di Natale, con il picco massimo degli acquisti da parte dei consumatori. Così Stefano Zarfati, Vicepresidente di Federstrade parla chiaro: «Lecito il diritto di manifestare, ma altrettanto lecito quello di ogni comune cittadino, che si trova a subire dei disagi a causa di queste manifestazioni, di proclamare la sua contrarietà. Al di là delle cifre sui danni subiti dalla manifestazione di mercoledì, che daremo soltanto quando saranno precise e provate, è indubbio che ogni volta che si tengono, ci sono commercianti costretti ad abbassare le saracinesche dei negozi, a non lavorare, a temere di vedere rompere le vetrine dei propri esercizi». Zone come Torre Argentina, spiega Zarfati, in quanto di passaggio, «sono costantemente sotto pressione». Da qui la richiesta al Prefetto, annunciata a gran voce anche dall'Associazione Tridente Centro Storico, «di non autorizzare la prevista manifestazione degli studenti della prossima settimana in occasione della discussione al senato della legge Gelmini». Anche se il Vicepresidente di Federstrade si dice "fiducioso" che tale autorizzazione verrà negata, "confidando nella persona del prefetto, che si è dimostrato in più occasioni sensibile ai problemi della nostra categoria". È chiaro, però, che per i piccoli commercianti regolarizzare lo svolgersi della manifestazioni in centro diventa sempre di più una priorità. «Quello che chiediamo da tempo e che in realtà è previsto anche nel protocollo sui cortei annunciato dall'amministrazione comunale – precisa Zarfati – è di non concentrare tutti i cortei in centro e di spalmarli, invece, nel resto della città. Capisco bene l'esigenza dell'amministrazione di trovare un compromesso tra le nostre richieste, quelle di chi manifesta e quelle dei sindacati, e devo ammettere che c'è tutta la buona volontà da parte del sindaco e della giunta di riuscirci, ma è importante altrettanto comprendere che il piccolo commercio nel centro storico sta soffrendo e, in particolare in questo periodo di Natale, se si autorizzano altre manifestazioni si penalizza ancora di più». Difficile stabilire la precisa entità dei danni che subiscono i commercianti ad ogni svolgersi dei cortei. «Cifre del genere non le diamo per il rischio di non fornire numeri precisi – spiega Zarfati – faccio però un esempio che può risultare chiaro. Se c'è un milione di euro da spendere per lo shopping di Natale, quella cifrà, puramente indicativa, verrà comunque spesa dai consumatori indipendentemente se il centro viene o no interdetto a causa di una manifestazione o di un corteo. Vorrà dire soltanto che, invece di spendere nei negozi del cuore di Roma, i romani andranno in altri esercizi del resto della città o, ancora più probabile, nei centri commerciali. Procurando comunque un danno ai negozi del centro, già pesantemente penalizzati quest'anno dall'anticipo dei saldi il prossimo 6 gennaio».

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