All'Atac sciopero della strenna
La protesta, quella vera, è cominciata. Non si tratta delle note stampa di quello o quell'altro politico o sindacato, quanto di un atto di sdengo spontaneo di un gruppo di autisti e di controllori in servizio alla rimessa Atac di via Prenestina che, dopo l'ennesima puntata sulla parentopoli che ha coinvolto l'azienda, non ce l'ha fatta proprio più. Un gesto simbolico: hanno riconsegnato la strenna natalizia ricevuta dal dopolavoro. «A noi non davano più ferie e permessi e ci facevano fare turni massacranti perché dicevano che l'azienda era in crisi e che bisognava completare i chilometri previsti dal contratto di servizio - racconta Alessandro, autista tra i promotori dell'iniziativa - Invece dentro le stanze di questa direzione si assumeva tranquillamente, con stipendi base da 1.770 euro. Con questo gesto vogliamo dire: "Magnateve pure questo"». Insieme agli autisti anche il leader del Movimento per Roma Michele Baldi che un anno fa lanciò l'allarme parentopoli nelle aziende capitoline dal suo sito. Una protesta spontanea quella degli autisti che segue di 24 ore quella dei 139 conducenti già selezionati ma ancora non assunti in Atac. A parlare per loro il responsabile trasporti dell'Usb Lazio, Roberto D'Agostini e Antonio Pronesti del Sindacato unitario lavoratori. «Ad oggi gli organici degli autisti sono sottonumerati in tutti i depositi, noi stimiamo di circa mille persone - dicono i sindacalisti - e i lavoratori sono costretti a turni masacranti per sopperire al fabbisogno giornaliero dell'azienda che però ha preso dirigenti e manager». La conferma arriva dai numeri: 150 mila giorni ferie inevasi per gli autisti del trasporto pubblico e il 30% dei conducenti che ha rinunciato alle ferie estive per garantire il servizio. È questo senza dubbio il vero scandalo.