Rivoluzione nelle aziende Cambieranno i Cda
.Dentro e fuori le aziende. Non adesso. Non subito. Ora è il momento di mettere le basi per quella riforma strutturale delle aziende capitoline che parte già in ritardo. Oggi il sindaco Alemanno presenterà quella «delibera dirompente», come lui stesso l'ha definita, che dovrebbe segnare il giro di boa definitivo. Un punto sul quale non si tornerà più indietro. Riassetto interno, soprattutto nella composizione dei Consigli di amministrazione e nei manager che saranno meno "politici", e poi sulle assunzioni. Meccanismi più trasparenti, regole più severe e, probabilmente, qualche assunto con «spintarella» dovrà lasciare il posto di lavoro. Molto presto. Ma basterà a sedare le polemiche sulla parentopoli scoppiata in Atac e Ama? Ogni giorno (dal voto di fiducia al governo Berlusconi), ci sono meno commenti, meno provocazioni, pochi, rari nomi. Ma questo è l'effetto mediatico che non regge più. Quello politico invece comincia ora. A riflettori «spenti». Così, si discuterà probabilmente dopo la pausa natalizia la mozione di sfiducia presentata ieri dal Pd nei confronti degli assessori Marchi e De Lillo (competenti per delega per Atac il primo e l'Ama il secondo). «Il gruppo del Pd ha presentato una mozione di sfiducia per Marchi e De Lillo, affinché al di là dei falsi proclami moralizzatori da parte del sindaco Alemanno, si proceda a sollevare dall'incarico i responsabili politici di questa brutta pagina di malcostume - ha annunciato in una nota il capogruppo Umberto Marroni - ribadiamo inoltre la richiesta di un consiglio straordinario affinché sia fatta luce su una gestione irresponsabile della holding capitolina». Dal punto di vista politico, insomma, si inizia a passare dalle parole ai fatti. E se la delibera di oggi è il primo concreto segnale del sindaco per quanto riguarda l'organizzazione e il riassetto delle municipalizzate, l'opposizione ha risposto con la mozione di sfiducia. Un atto che per «bon ton» non si è praticamente mai presentato in Aula Giulio Cesare. Per questo c'è già chi pensa che il Pd stia prestando il fianco a chi, nella maggioranza, non ammette più deroghe e vuole, più dell'opposizione la testa di almeno uno dei due assessori indicati nella mozione.