Veltroni e l'epoca d'oro dei manager sindacalisti
Il sindaco Alemanno? Un misero dilettante in confronto al suo predecessore. L'esplosione del caso «parentopoli», che ha visto coinvolte Atac e Ama è nulla in confronto a quanto avveniva all'epoca del centrosinistra. Ad oggi i nomi "sospetti" sono, secondo Alemanno, 85. Ma se scendiamo nel dettaglio ci accorgiamo che i cognomi davvero imbarazzanti per il sindaco e il suo entourage sono sì e no una quindicina. Tanto è bastato per creare la bufera che sta travolgendo il Campidoglio e per far intervenire la magistratura. Eppure a un osservatore attento non può sfuggire che Alemanno ha avuto un ottimo maestro seduto sul suo stesso scranno. Il buon Walter, nel suo settennato, si è distinto per le assunzioni "a go go" e le promozioni di sindacalisti alle più alte cariche delle aziende capitoline. Cominciamo da Atac. Il miglior modo per far carriera nel mondo dei trasporti, a Veltronilandia, era avere in tasca la tessera rossa della Cgil. A Metro, anno 2006, arriva come presidente Stefano Bianchi, ex segretario regionale della Confederazione, stesso schema ad Atac dove finisce Fulvio Vento, anche lui di stretta osservanza cigiellina, già presidente Acea con Rutelli. Sia pure di poco, è diversa la situazione di Trambus, l'azienda che gestiva il personale del settore trasporti, dove Veltroni posiziona (nel 2002) Raffaele Morese. Un altro sindacalista di lungo corso, ovviamente, questa volta, però, della Cisl. Ma il buon Walter non disdegna nemmeno i sindacati minori. E così l'ex segretario regionale del Cnl (vicino all'allora Rifondazione Comunista) Gaetano Barberio viene assunto da Metro come dirigente della ferrovia ex concessa Roma-Pantano, per poi venire spostato nel settore Acquisti nella nuova Atac targata Alemanno. Ma a volte non serve neanche la tessera di un sindacato per garantirsi un buon posto nel Tpl veltroniano. Basta avere la parentela giusta. Ad esempio Valerio Rea può ringraziare un genitore importante. Prima viene assunto in Cotral, poi passa ad Atac. Il suo referente? Il papà. Renzo Rea è dirigente (ancora in carica) della Roma-Lido. Per non dire del figlio del caposcorta dell'allora sindaco, Luca Rotini, assunto come controllore nel 2006. O dei consiglieri comunali del Pd Massimiliano Valeriani e Daniele Ozzimo, dipendenti Atac rispettivamente dal 2002 e dal 2003, quando erano «semplici» consiglieri municipali. E anche sui numeri Alemanno ha solo da imparare. Le 879 assunzioni dell'ad Bertucci negli ultimi due anni sono nulla in confronto alle 876 del 2006 o alle 996 del 2007. Anche perché dopo la fusione delle tre aziende (Atac, Metro e Trambus) il personale è addirittura diminuito di 640 unità. Situazione analoga in Ama, dove l'ad Panzironi ha deciso di potenziare il servizio con 861 assunzioni di operai e 76 di impiegati in oltre due anni. Anche qui il confronto con il centrosinistra è impietoso. Nel solo 2006 l'allora ad Biagio Eramo assunse la cifra "mostre" di 616 persone a cui bisogna aggiungerne 167 nel 2007 e 87 nel 2008. Tra questi ben 5 dirigenti e 4 quadri. Proprio tra i quadri troviamo Silvano Quintarelli, ex sindacalista Cgil balzato in un colpo solo dal quinto livello all'ottavo livello quadro. Ma questa è solo la punta dell'iceberg. E se il procuratore capo, Giovanni Ferrara, estenderà davvero l'inchiesta sulle assunzioni facili fino al 2004 a tremare saranno moltissimi politici del centrosinistra. Non certo quel dilettante di Alemanno.