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di ROBERTA MARESCI Lewis Carroll ci ha messo la fiaba.

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Ilrisultato è una meraviglia di musical che debutta al Gran Teatro il 18 dicembre (in replica il 19), per iniziare il tour in trenta città. Venerdì scorso, i presenti al Teatro Nuovo Giancarlo Menotti di Spoleto l'hanno descritto come una macchina complessa e ambiziosa dal risultato perfetto (durata oltre 2 ore). C'era una regina di cuori (Roberta Faccani, ex Matia Bazar) strepitosa, un coniglio bianco (Gabriele Foschi) da manuale, una Alice grande (Laura Galigani) e un'altra piccola (ce ne sono 4; per legge non possono fare oltre 20 repliche) uniche. Anche i fiori e le carte da gioco, hanno meritato applausi al pari degli attori protagonisti. Poco importa se Pinco e Panco sono diventati (Ca)priccio e (pa)sticcio: la loro particolarità? Ogni giorno vengono catturati dalle guardie della regina e ogni notte evadono, incarnando l'impazienza dei bimbi. «Ho forzato due racconti: "Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie" e "Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò". Cercando una visione più attuale. Mi sono domandato: come mai l'immaginifico di Alice è governato da una regina rossa, cattiva? La risposta: nel mondo reale ad Alice viene chiesto di crescere troppo in fretta, come accade ai nostri bambini. Tant'è che ordine e regole, rappresentate dalle carte numerate, cercano di sopraffare il mondo della fantasia: il punto è che dalle disciplina non si scappa. Ecco allora Alice cercare la Regina Bianca, sultana dell'infanzia. Le viene in soccorso una figura, che nella fiaba non esiste: il Vecchio. Vive nelle prigioni ma, invece di scappare, fa ballare tutti la disco dance. Sono nuovi anche Quattro Quattro e Otto: tre carte di fiori che fanno i giardinieri della regina. Tutti - conclude l'eclettico regista Ginepro – ognuno è specchio di uno dei lati del mondo interiore infantile di Alice». Chi si aspetta di trovare la tana del coniglio non rimarrà deluso. Alice cammina e corre in un mondo nonsense. Alice incontra un bruco che fuma la pipa. Alice beve anche il tè dal Cappellaio Matto (il mago Antonio Casanova), che gioca i suoi assi nella manica facendole bere la pozione per tornare bambina. Non cambia anche la voglia di sedervi a teatro per sentirvi raccontare la storia. Solo ci sono due messaggi che il regista ha incastonato nel musical: primo, trattare i bimbi come tali senza farli crescere troppo in fretta; secondo, invitare gli adulti a «capire che i confini del paese delle meraviglie sono valicabili una sola volta, ma basta pronunciare quattro chiavi magiche per tornare bambini senza vergognarsene». Le parole sono: fantasia, libertà, creatività e taratatata.

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