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Precari all'assalto della Regione

Protesta dei precari alla Regione Lazio

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Volevano un incontro con la Polverini. Non l'hanno avuto. Per tutta risposta, hanno occupato il cortile interno della Regione Lazio, sono saliti sul tetto del palazzo, hanno bloccato il traffico sulla Colombo e sfilato in corteo lungo la Garbatella. Bilancio della giornata: un poliziotto ferito, sei manifestanti e altri quattro agenti contusi, due donne colte da crisi di panico e un ragazzo caduto durante gli scontri che si è fatto male a una mano. Una protesta-fotocopia di quella che si era svolta il 25 novembre sempre in via Rosa Raimondi Garibaldi. Gli aderenti alla stessa sigla, il «Movimento uniti contro la crisi», avevano occupato la Sala Liri «perché non ottenevano risposte» dalla Governatrice ed erano stati fatti sgomberare dalla polizia. Questa volta in sette sono rimasti sul tetto dell'edificio (e promettono di rimanerci tutta la notte), mentre altri cento hanno organizzato un presidio in strada in segno di solidarietà con i «compagni di lotta». Tutto è cominciato ieri mattina, quando un gruppo di precari è salito in cima al palazzo della Giunta regionale, al tredicesimo piano, per avere dalla presidente «risposte politiche sull'occupazione, il reddito, i tagli alla sanità e ai servizi». In sessanta, invece, hanno cercato di entrare nella sede della Regione ma sono stati bloccati dai poliziotti. C'è stato un po' di parapiglia e, ad un certo punto, è partito un lancio di oggetti, sassi e bottiglie contro gli agenti, che hanno caricato i manifestanti. Ma non era finita,. In circa 200 hanno organizzato un corteo che ha percorso le strade della Garbatella, raggiungendo l'ospedale Cto e tornando poi in via Raimondi Garibaldi. Poco prima alcuni militanti del Movimento avevano mandato in tilt la circolazione sulla Cristoforo Colombo, sdraiandosi in mezzo alla carreggiata e bloccandola con fioriere e cassonetti. «Se ci bloccano il futuro - è stato lo slogan scandito - noi blocchiamo la città». Detto fatto. Centinaia di automobilisti sono rimasti «prigionieri» su entrambi i sensi di marcia della via che collega Caracalla all'Eur, mentre ripercussioni sul traffico si registravano su molte vie limitrofe. I vigili sono stati costretti a chiudere la strada all'altezza della sede della Regione. Diciassette persone sono state denunciate dalla Digos per manifestazione non autorizzata e interruzione di pubblico servizio e le indagini proseguono per identificare altri partecipanti alla protesta. Pesanti le accuse alla Governatrice, ritenuta responsabile di aver fatto ricorso alla forza pubblica contro lavoratori inermi, donne e bambini. «Si è ripetuto lo stesso atteggiamento con cui il 25 novembre - ha dichiarato Maria Teresa Pascucci del sindacato di base USB - la Polverini ha risposto alla richiesta di confronto sulle problematiche del lavoro, della casa, della sanità, dei servizi, dopo una manifestazione di oltre 10.000 lavoratori e cittadini, conclusasi con l'occupazione della Sala Liri, poi sgomberata violentemente dalle forze dell'ordine». Netta la risposta della presidente (ed ex segretaria dell'Ugl): «Chiedono casa e reddito, ma non mi pare abbiano chiesto lavoro - ha sottolineato Renata Polverini durante la registrazione del programma La7 "Effetto Domino" - Questi signori erano venuti già la scorsa settimana. Noi ne avevamo accolto una delegazione per ascoltarli, e loro avevano occupato una sala della Regione. Non volevano uscire, abbiamo dovuto chiamare la forza pubblica. Oggi - ha aggiunto - sono tornati, con i viveri, sul tetto, cercando anche di irrompere nella Regione. Io ho il dovere di difendere l'istituzione e anche di difendere chi ci lavora».  

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