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Indagati i medici del San Filippo Neri

Mauro Ponticelli di Anzio è morto al San Filippo Neri durante un'operazione

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Sono stati iscritti nel registro degli indagati i medici dell'èquipe chirurgica del San Filippo Neri che sabato scorso hanno operato Mauro Ponticelli e che sono stati aggrediti da una decina tra familiari e amici del ventinovenne di Anzio dopo il suo dececesso in sala operatoria durante l'induzione dell'anestesia. Il reato ipotizzato è omicidio colposo. L'iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Roma è, in ogni caso, un atto dovuto in seguito alla denuncia presentata dai familiari di Ponticelli. Si tratta sostanzialmente di un atto di garanzia per consentire ai medici di partecipare alle indagini nominando dei consulenti di parte negli accertamenti tecnici che saranno eseguiti, su iniziativa della Procura, per far luce sul decesso del giovane. Il pubblico ministero Francesco Polino e il procuratore aggiunto Leonardo Frisani, intendono, infatti, disporre una consulenza medico legale il cui svolgimento è previsto nei prossimi giorni, quando verrà eseguita l'autopsia sul corpo di Ponticelli. All'esame parteciperanno anche un anatomopatologo, un tossicologo e un medico legale. Parallelamente alle indagini sulla morte di Ponticelli, la Procura dovrà procedere anche per l'aggressione subita da due medici e da un'anestesista dai familiari del giovane. A piazzale Clodio è attesa una relazione sull'episodio e anche in questo caso ci sarà l'iscrizione nel registro degli indagati di coloro che hanno materialmente colpito i sanitari. Ponticelli, 29enne affetto da anemia, era ricoverato per sottoporsi all'asportazione della milza. Secondo una prima ricostruzione, i medici avrebbero avuto difficoltà a intubarlo per l'anestesia: compiute tutte le operazioni di urgenza, non c'è stato nulla da fare ed è stato colto da arresto cardiaco. Quindi i medici sono andati a comunicare l'avvenuto decesso ai familiari del 29enne, cui è seguita una violenta reazione dei congiunti. I tre medici hanno riportato alcune lesioni: a uno di loro è stato anche fratturato il naso. Un episodio duramente condannato dal presidente nazionale Cimo-Asmd, Riccardo Cassi, secondo cui i medici «non sono assassini e bisogna fermare le campagne stampa indiscriminate che amplificano i presunti errori sanitari minando gravemente il rapporto tra medico e paziente. Condanniamo fermamente questo episodio di incredibile violenza». «È inaudito il clima intimidatorio che si respira in questi ultimi anni nei confronti dei medici, determinato dalla politica e dai mass media», afferma invece il segretario regionale Anaao Assomed, Donato Antonellis, secondo il quale «il processo che è stato fatto agli specialisti del San Filippo Neri ne è il risultato. Giovedì alle 10 terremo un'assemblea generale nell'ospedale sulla via Trionfale, in segno di solidarietà nei confronti dei colleghi aggrediti, e per ricucire il rapporto tra operatori sanitari e cittadini».

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