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Aereo sul deposito Atac Carbonizzato il pilota

Il punto in cui il Piper ha colpito il deposito Atac

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Poteva essere una strage. Ieri dopo le 15 un aereo da turismo si è schiantato contro il deposito Atac in via di Grottarossa, accanto alla ferrovia, poco prima di Saxa Rubra. Morto il pilota, Giovanni Magliocca, imprenditore romano di 52 anni, avvolto dalle fiamme divampate a bordo del Piper Pa 32 modello Saratoga II di sua proprietà. In serata la moglie ha dovuto riconoscere la salma. Alle 14,42 era decollato dall'aeroporto dell'Urbe, sulla Salaria. Solo paura per i quindici operai che erano al lavoro al momento della tragedia. L'intervento con gli idranti di due dipendenti e quello successivo dei pompieri ha evitato che il fuoco si propagasse a due bus che erano all'interno del capannone coi serbatoi pieni di nafta. Sul posto si sono precipitate ambulanze del 118, polizia e carabinieri del Gruppo Roma del colonnello Giuseppe La Gala e della Compagnia Trionfale diretta dal maggiore Vincenzo Pascale, ai quali è affidata l'indagine. Aperta anche un'inchiesta tecnica dall'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo. Tra gli elementi che potrebbero spiegare l'incidente alcuni sono stati esclusi da subito. Il velivolo non ha urtato un cavo dell'alta tensione, il comandante qualche istante prima dello schianto non ha comunicato all'Urbe guasti al motore o altre difficoltà tecniche. Peraltro quel modello di Piper non è dotato di scatola nera, di registratore delle comunicazioni di bordo e del funzionamento degli impianti. Tra i residenti però c'è chi ha visto l'aereo perdere quota e lasciare una scia di fumo grigio. In ultimo il pilota potrebbe aver avuto un malore. Magliocca non era un principiante, era conosciuto come un pilota esperto. Tra il decollo e la tragedia sono passati pochi minuti. La rotta che il Piper stava seguendo dava le spalle alla pista. A un tratto il muso della fusoliera si è abbassato, è passato accanto a un grande magazzino di giocattoli ed è andato a sbattere contro il frontone, la parte alta di uno degli ultimi capannoni del più grande deposito Atac a Roma in grado di contenere circa 400 autobus. Il velivolo ha preso fuoco, c'è stata un'esplosione, alcune parti del tetto sono andate in pezzi cadendo sopra quattro vasce di manutenzione. I resti dell'aereo sono piombati a terra sull'asfalto, senza sventrare le mura del capannone. A poche decine di metri c'è la via Flaminia sempre trafficata e sulla strada accanto delle villette a schiera. Sul posto l'assessore comunale alla Mobilità ha annunciato per oggi «una riflessione sulla sicurezza dello spazio aereo» mentre il presidente Atac Luigi Legnani procederà «a verifiche strutturali sul capannone». Confermata la regolarità del servizio del trasporto. Il governatore del Lazio Renata Polverini ha aperto «che è stata aperta un'inchiesta per individuare le cause dello schianto».

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