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di SIMONA CAPORILLI Pertini l'antifascista, Pertini il Presidente, Pertini «la belva».

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Inpoche parole Pertini visto da Andrea Pazienza, pittore e autore di vignette, che lo rappresentò dal 1979 (era l'epoca del «Male») al 1987. Ebbene sì, anche dopo che Pertini ebbe finito il mandato Presidenziale: vuoi per affetto al personaggio, vuoi per abitudine. Il tutto è racchiuso nella piccola grande mostra «Paz e Pert», allestita nelle Sale di Palazzo Incontro (in Centro, via dei Prefetti), nei pressi del neonato punto Fandango, presentato ieri insieme all'allestimento. A cura di Vincenzo Mollica e Mariella Pazienza. Un'esposizione realizzata grazie alla collaborazione tra Civita e la Provincia di Roma. Per i più giovani quasi una visita obbligata, per coloro che sono avanti con l'età un ritorno al passato. «Se non fossi Papa vorrei essere Pertini», così recitava la battuta attribuita a Giovanni Paolo II e riportata nell'introduzione da Stefano Caretti, Presidente dell'Associazione «Sandro Pertini». Una battuta (vera o falsa che sia), che la dice lunga sul Presidente, sempre ritrattato con l'immancabile pipa in bocca. Ma i due ebbero modo di conoscersi? Pazienza e Pertini: due facce di una stessa medaglia. Il primo morto giovanissimo (aveva 32 anni); il secondo più longevo. Di certo si sa che Pertini gli telefonò in redazione, dopo aver letto con attenzione le vignette di cui, suo malgrado, era diventato protagonista. Ma c'è di più. A rivelarlo è un familiare dello stesso Pazienza. Come riporta nel catalogo - Fandango libri - la sorella del disegnatore Mariella Pazienza, il Presidente invitò al Quirinale Andrea Pazienza che, «suo malgrado», non ci andò. All'inaugurazione c'era il Presidente Napolitano che ha definito Pertini «un grande costruttore della Repubblica». Info: 06/32810.

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