Fondi della cultura dirottati sulla sanità
Un letto in ospedale piuttosto di una poltrona a teatro. Si potrebbe sintetizzare così la decisione della presidente del Lazio, Renata Polverini di «deviare» i 42 milioni di euro provenienti dai Fondi per le aree sotto-utilizzate destinati alla cultura sulla sanità. Ma il centrosinistra non ci sta e scatena una polemica a suon di comunicati. «La colpa è la loro. Io sto coprendo il loro dissesto sanitario, non il mio - spiega la Polverini - non ero io governatore quando il Lazio ha sottoscritto il Patto per la salute che prevede per le Regioni con piano di rientro la possibilità, e io direi la necessità, di accedere ai fondi Fas per coprire il debito. Mi pare una polemica che devono fare tutta all'interno del centrosinistra». E invece l'opposizione attacca, si direbbe senza tregua. «Come Tremonti, la Polverini pensa che con la cultura non si mangia e per giustificare l'ingiustificabile fa ricadere la colpa sull'amministrazione precedente. Toglie 42 milioni di euro già destinati ai teatri e la colpa è del centrosinistra - commenta il capogruppo del Pd alla Pisana, Esterino Montino -. Un'ipotesi ardita, un giochetto dialettico diffuso e dal sapore stucchevole. Ormai siamo alla lagna come metodo di governo. Sta di fatto che con il centrosinistra alla Regione Lazio queste cose non sono mai accadute». Carico da novanta poi da parte dell'Idv con Giulia Rodano e Vincenzo Maruccio: «Dirottare questi finanziamenti sulla sanità è una scelta politica della giunta e della presidente Polverini, non un atto dovuto alle imposizioni del governo. Poi, quando si sarà informata meglio, la presidente Polverini potrà anche spiegarci quali motivi sembrano indurla a privare le province dei 35 milioni di euro, regolarmente assegnati a 65 progetti culturali: in quel caso, il pretesto non può essere il debito della sanità». Replica, preciso, il capogruppo Pdl, Franco Fiorito: «Il presidente Polverini sull'utilizzo dei fondi Fas ha perfettamente ragione. La situazione dei conti della sanità al nostro arrivo era drammatica. Esterino Montino, che nel limbo dorato della reggenza da Robin si era trasformato in Batman e continuava a tagliare nastri a destra e manca, lo sa molto bene e invece di lanciarsi in accuse ridicole e fantasiose, queste sì dal sapore stucchevole e retorico, dovrebbe fare mea culpa per aver impostato una politica di spesa insostenibile, dissimulando le inefficienze con i buoni propositi del Marrazzo pensiero». Sus. Nov.